“Capisco la delusione di molti che, invocando e sperando che l’amministrazione optasse per le ulteriori premialità, speravano magari di sistemare definitivamente, ad esempio, le lussuose costruzioni autorizzate, negli anni del disastro edilizio, come rimessa attrezzi agricoli“. Così Luigi Masciulli, assessore comunale all’Urbanistica, replica al centrodestra di Vasto che, nella controconferenza di inizio anno, ha accusato la Giunta Lapenna di fallimento urbanistico.
“Tra le innumerevoli critiche mosse all’amministrazione comunale (mi sarei meravigliato del contrario) – scrive Masciulli in una nota – ve ne sono alcune che riguardano il Settore Urbanistica, il cui Assessorato mi è stato affidato nel maggio 2013. Non potendo replicare a tutte le accuse nell’ambito di un solo comunicato (riservandomi, comunque, di tornare in seguito sui vari argomenti), ne scelgo una a caso al solo scopo di dimostrare la gratuità e faziosità delle stesse. Sostiene il consigliere Sigismondi (FdI) che: “Il Comune non è nemmeno riuscito a recepire la legge regionale sull’edilizia”.
Il Consigliere Sigismondi si riferisce alla legge regionale n. 49 del 15.10.2012, modificata ed integrata dalla legge regionale n. 62 del 18.12.2012.
Ebbene, tale legge, contrariamente a quanto sostiene il Consigliere Sigismondi, non ha bisogno di alcun recepimento.
La legge prevede, fondamentalemente, le seguenti misure premiali:
1) AUMENTO DI VOLUMETRIA:
a) nella misura del 20% della volumetria edificata esistente in favore degli interventi di ristrutturazione, ampliamento o demolizione e successiva ricostruzione di immobili ad uso residenziale (art. 3, comma 1);
b) nella misura del 10% nel caso di immobili ad uso non residenziale (art. 4, comma 1);
2) CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO nei casi di complementarietà reciproca tra le destinazioni elencate dalla stessa legge (art. 5, comma 5); ad esempio, esiste complementarietà tra le destinazioni residenziali integrabili con: esercizi commerciali di vicinato, studi professionali, artigianato di servizio.
La legge, poi, concede ai Comuni la facoltà di decidere, con deliberazione del Consiglio Comunale, di avvalersi, su tutto il territorio o parte di esso, di ulteriori misure incentivanti, ovvero:
1) aumento di volumetria fino al 40% per uso residenziale (art. 3, comma 2) e fino al 50% in caso di interventi con qualificazione energetica A (art. 3, comma 4);
2) aumento di volumetria fino al 20% per uso non residenziale (art. 4, comma 2) e fino al 30% + 5% nei casi previsti dai commi 4 e 5;
3) ulteriori ipotesi di complementarietà, rispetto a quelle previste dalla legge, per il cambio di destinazione d’uso (art. 5, comma 5).
Dunque, solo nel caso in cui un Comune voglia concedere le ulteriori premialità, vi è necessità di recepimento della legge regionale.
Qualora, invece, un Comune decida di non volersi avvalere di tale facoltà, nessun recepimento è necessario in quanto la legge si applica sic et simpliciter.
E l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Luciano Lapenna, ritenendo che Vasto sia stata già abbondantemente saccheggiata dallo scellerato Piano Regolatore del 2001, voluto dall’allora governo cittadino di destra (al quale l’Amministrazione Lapenna ha posto un freno con le Norme Tecniche adottate del 2007), ha deciso, all’unanimità, di non applicare le ulteriori misure premiali.
Capisco la delusione di molti che, invocando e sperando che l’Amministrazione optasse per le ulteriori premialità, speravano magari di “sistemare” definitivamente, ad esempio, le lussuose costruzioni autorizzate, negli anni del disastro edilizio, come “rimessa attrezzi agricoli”.
In conclusione, la legge regionale, in assenza di ulteriori premialità, non ha necessità di recepimento.
Dovranno, invece, pervenire all’attenzione del Consiglio Comunale le singole pratiche.
E nei prossimi giorni saranno necessariamente portate (in caso si istruttoria favorevole da parte dell’Ufficio Urbanistica) all’attenzione del Consiglio Comunale di Vasto le prime pratiche di richiesta di cambio di destinazione d’uso, inoltrate dalle parti interessate sin dal giugno 2013.
Il tutto, grazie ad una legge che il governo regionale di centro-destra ha voluto regalarci e che lascia ai Comuni, nei casi previsti dallo stesso testo normativo, spazi di manovra praticamente nulli”.