Il 2013 volge al termine ed è arrivato il momento di fare un bilancio delle squadre del Vastese. Iniziamo dal Vasto Marina che nell’ultimo anno ha conquistato la salvezza in Eccellenza e vinto il titolo regionale con la juniores andando a disputare i quarti di finale nazionali. La salvezza e il titolo giovanile, cercando di migliorarsi nella fase nazionale, restano gli obiettivi anche per il 2014, con la possibilità, anche se attualmente remota, di nuovi scenari societari in futuro. Ne abbiamo parlato con il presidente Massimiliano Baccalà e con l’allenatore Giampietro Precali.
Presidente Baccalà che 2013 è stato?
Tutto sommato positivo, chiuso nel migliore dei modi con tre vittorie consecutive, si era partiti sottotono, finalmente i ragazzi hanno ottenuto un filotto di risultati utili consecutivi, quello che il mister voleva e ci hanno dato quello che volevamo, lasciare l’ultimo posto e avvicinarsi alla zona più tranquilla. E’ vero che si siamo ancora dentro, comunque l’obiettivo rimane sempre una salvezza più che tranquilla e penso che ce la possiamo fare, la squadra è stata rinforzata con elementi di esperienza come Spagnuolo, Veron, Manno, Stango, Giuliano e si sono già fatti notare da subito con buoni riscontri, sono più che contento.
Quali sono i vostri obiettivi per il 2014?
Sempre quelli, una salvezza tranquilla provando a toglierci qualche piccola soddisfazione anche noi, magari se ci riusciamo conquistando anche qualcosa in più della salvezza.
E i vostri programmi per il futuro? Dopo la decisione di Prospero di uscire dalla Vastese per voi cambia qualcosa?
La notizia mi ha sorpreso, Prospero, per me che ho la fortuna di conoscerlo, è un uomo che ha sempre vissuto per il calcio e con il calcio di Vasto, lo ricordo allo stadio da sempre, è un sostenitore storico. Dispiace che abbandoni, mi auguro si ravveda, Vasto ha bisogno di persone come lui, merita ben altri palcoscenici, non deve rimanere in Eccellenza.
Perchè non provate a fare qualcosa insieme?
Al momento parlarne è prematuro, certo è che da tifoso della Vastese da sempre, mi rendo conto che l’Eccellenza sta stretta a me, figuriamoci alla prima squadra della città.
Non è controproducente andare avanti separatamente con due squadre nello stesso campionato?
Sicuramente, ma non è stato possibile unirsi per motivi che tralascio, speriamo che in futuro ci siano le condizioni per farlo, si può valutare tutto. Non si può però pretendere di diventare la prima squadra cittadina senza un progetto serio ed oculato, una base economica solida e degli imprenditori forti che ti aiutano, da soli non abbiamo la possibilità di farlo. Ci vuole un progetto a lungo termine che garantisca stabilità e al momento non c’è. Stando così le cose preferiamo vivere la nostra piccola realtà in questo modo, senza le pressioni di una grande piazza che non siamo in grado di sostenere e accontentare.
Per ora quindi rimane tutto così, non si vedono alternative.
Sì, c’è un campionato da ultimare, anche perché non mi va di illudere le persone, soprattutto i tifosi, alcuni dei quali sono anche miei amici.
Arrivato a campionato in corso mister Precali, che dopo i buoni risultati della passata stagione a San Salvo, è riuscito a dare una scossa ad una squadra che è stata notevolmente rinforzata.
Mister il suo finale di 2013 al Vasto Marina è decisamente positivo.
Il primo obiettivo tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio era quello di lasciare l’ultima posizione perché è quella che fa retrocedere direttamente. Quando sono arrivato avevamo 7 punti con due squadre davanti, una a 10 e una a 11. Un piccolo obiettivo che conta poco l’abbiamo raggiunto andando a quota 16 e abbandonando l’ultimo posto. Sono molto soddisfatto del lavoro fatto fin qui. Le prime tre partite le ho perse, la squadra era incompleta, non mia, poi con la riapertura del mercato abbiamo preso giocatori miei e del direttore Basler, uomini che conosciamo per le qualità e la serietà, come Spagnuolo che alla Vastese non ha fatto bene, ma ci abbiamo puntato, Stango era in Promozione, Veron non stava giocando, Manno e Giuliano che è stata la ciliegina.
Uomini di grande esperienza che stanno aiutando a crescere anche i ragazzi della juniores.
Specialmente Giuliano e Spagnuolo, uno che si ferma a parlare con loro e dare spiegazioni durante la partita, già è un secondo allenatore in campo, si vede che farà l’allenatore in futuro. Ormai sono quattro anni che sta con me e come ci provo io a far crescere questi ragazzi lo fa anche lui.
Quale è stata la difficoltà maggiore?
Grosse difficoltà non ne ho avute, i presidenti Baccalà e Travaglini e i dirigenti si sono messi tutti a disposizione con molta umiltà, sapendo che dovevano darci una mano per uscire da quella che era la situazione in quel momento. Abbiamo dovuto fare delle scelte, una decina di giocatori hanno cambiato squadre così facendo abbiamo anche risparmiato, calcoli alla mano. Ne sono usciti 10 e arrivati 5 che costavano complessivamente meno. A livello numerico siamo diminuiti ma il campo deciderà se abbiamo avuto ragione a puntare su qualche giocatore in meno e ad avere qualità in più.
La prima cosa che ha fatto quando è arrivato?
Ho cambiato l’orario dell’allenamento, la squadra lo faceva alle 17.30/18.00 di sera, in inverno non è il massimo. Adesso ci si allena più o meno allo stesso orario in cui inizia la partita, alle 15.00 con il sole e la luce naturale. Inoltre ho cercato di dare più fiducia al gruppo, soprattutto ai ragazzi, mentalmente sapevo già chi doveva rimanere e chi no e ho lavorato un po’ di più sui ragazzi. Sono soddisfatto che anche la juniores sia prima in classifica e stia andando bene.
L’obiettivo principale per il 2014?
Non fare i play out, anche se escludere l’ultima posizione, tenendo presente la situazione in cui siamo arrivati (7 punti e 0 vittorie) è già un bel traguardo. Se riusciremo a non fare i play out sarà un doppio traguardo raggiunto, ma sarà dura perché dobbiamo fare un campionato di vertice, quasi 10 vittorie e sono tante.
Però avete un calendario all’inizio del girone di ritorno che sembra essere più alla portata.
No, sono tutti scontri diretti e quindi più difficili e li giochiamo quasi tutti fuori casa. Dobbiamo metterci la massima attenzione, in questi casi, a mio modo di vedere, i punti sono 4 o 6 a partita. La vittoria di Civitella Roveto è stata molto importante, così come quella di Altinrocca, che abbiamo alle spalle, per noi è fondamentale. Adesso però non pensiamo troppo agli altri, senza guardare né avanti, né dietro, bisogna vincere 9 partite per stare tranquilli.