“Una contraddizione che si commenta da sé. Una contraddizione così patente che sarebbe persino comica, se non fosse, prima ancora, politicamente triviale”. E’ un commento duro, quello di Michele Celenza, presidente dell’associazione civica Porta Nuova, alla nomina di un attivista del Movimento 5 Stelle, Pietro Smargiassi, nel Comitato di gestione della Riserva naturale di Punta Aderci.
La polemica – Celenza affida il suo commento a un lungo comunicato: “Purtroppo i paradossi in politica non esistono e questa mossa, studiata e promossa dal Pd per eliminare gli ostacoli ad una indiscriminata industrializzazione dell’area, ha trovato, ahimé, Rifondazione Comunista favorevole e, nonostante l’astensione di Sel, il provvedimento è passato. Crediamo […] che un comitato di gestione di una riserva piegato agli interessi di una parte degli industriali sia inaccettabile e sarebbe piuttosto preferibile il suo scioglimento essendo tale organismo non obbligatorio per legge.” Così il 23 giugno 2012 il Movimento 5 Stelle di Vasto, in un comunicato tuttora leggibile sul suo sito, commentava la decisione della maggioranza di centrosinistra di procedere alla modifica della composizione del Comitato di Gestione della Riserva di Punta d’Erce, includendovi un rappresentante del Consorzio industriale, il Coasiv.
Chi avrebbe creduto, allora, che 18 mesi dopo il rappresentante del Consorzio industriale nel Comitato di Gestione sarebbe stato proprio un esponente, e non dei minori, del Movimento 5 Stelle locale? È l’architetto Pietro Smargiassi, dipendente del Consorzio stesso e ‘candidato vastese del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali in Abruzzo’.
Una contraddizione che si commenta da sé. Una contraddizione così patente che sarebbe persino comica, se non fosse, prima ancora, politicamente triviale.
È stato detto che, se si considera le finalità prettamente naturalistiche ed ambientali della Riserva3, l’introduzione di un rappresentante dl Coasiv nel Comitato di Gestione costituisce un autentico paradosso: una Riserva naturale gestita da un Consorzio industriale è probabilmente un caso unico al mondo. Non meno paradossale è che il Coasiv si trovi così contemporaneamente ad avere titolo sia al rilascio delle concessioni nell’area industriale che al controllo sulle concessioni rilasciate6. Un macroscopico conflitto di interessi, ulteriormente potenziato dalla duplice natura –di tecnico e di politico- dell’arch. Smargiassi, suo rappresentante designato. Ma non è ancora questo l’equivoco maggiore.
La questione naturalmente non riguarda la persona in sé. L’incarico, oltretutto, non è retribuito. Però il Comitato di Gestione ha il controllo di tutto quello che accade nella Riserva: e nella Riserva ricade buona parte della zona industriale. Di qui l’interesse –tutto politico- che aveva spinto la maggioranza di centrosinistra, dopo le note polemiche sulla questione delle biomasse, a esprimersi nel giugno 2012 a favore della modifica della composizione del Comitato. La nomina dell’arch. Smargiassi, accolta senza che nessuno –né dentro né fuori del M5S- trovasse pubblicamente nulla da eccepire, è un atto politico esso pure. Ed è un atto che ripropone i vizi politici di sempre: le dichiarazioni pubbliche usate come paravento, gli accordi sottobanco, l’omertà diffusa.
Stupisce (stupisce?) che il Movimento 5 Stelle, così attento sul piano nazionale ai temi della trasparenza, e –sempre sul piano nazionale- così intransigente nella separazione delle proprie responsabilità da quelle altrui, si sia esposto in questa misura in ambito locale”.