Segretaria con particolarissime mansioni: sesso una volta a settimana. Lo scandalo scoppiato alla Regione Abruzzo con l’arresto, a metà novembre, dell’assessore alla Cultura Luigi De Fanis, (per truffa aggravata e peculato) si arricchisce di un nuovo capitolo: De Fanis, politico del Pdl di 53 anni, pretendeva sesso dalla sua segretaria di 32enne. Tutto avveniva in cambio di denaro, 36mila euro all’anno, e tutto era “regolarmente” messo nero su bianco, prestazione extra comprese. Un documento vero e proprio. Lo aveva redatto e sottoscritto – nero su bianco – l’assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis.
E in quel contratto, il politico del Pdl, medico, eletto alla Regione a suon di voti, pretendeva sesso dalla sua segretaria. La donna doveva “stare insieme” all’assessore – è scritto testualmente nel documento – almeno quattro volte in un mese. Per fare “l’amore”. E lei, la giovane e avvenente componente dello staff di De Fanis, che già aveva ottenuto da lui l’incarico di componente della sua segreteria particolare (da 1.200 euro al mese), quell’ulteriore contratto lo aveva firmato. E ne conservava una copia in casa. Proprio lì che gli agenti della polizia giudiziaria della Procura di Pescara l’hanno trovato, seppur strappato in mille pezzi.
Ci sono poi volute alcune settimane per ricomporlo, valutarne il contenuto e il reale significato. E la scoperta è stata sorprendente. La conferma è poi arrivata dalla stessa segretaria durante il suo ultimo interrogatorio. Incalzata dalle domande del pm Giuseppe Bellelli ha confermato la natura di quel contratto. “L’assessore era ossessionato da me… – ha messo a verbale – mi ha costretto a firmarlo. Io non ho potuto rifiutare, avevo paura. “. Questa è stata la sua difesa. “Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come “quella lì”, ma non ho fatto nulla, non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo…” ha detto la giovane al pm. La segretaria ha descritto così la sua situazione all’epoca della firma del contratto ufficiale con la Regione e e di quallo segreto con l’assessore: “Avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma, in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perché mia madre stava male. È stato De Fanis a propormi di fare la sua segretaria. Mi misi in aspettativa e accettai il lavoro, perché avrei potuto gestire meglio i miei problemi visto che dovevo lavorare solo per 3 giorni. De Fanis mi propose il lavoro, anche se non ho mai partecipato alle sue campagne elettorali, anzi io ho la tessera del Pd… “. Il secondo contratto è stato poi un passaggio obbligato, ha spiegato. “Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella…. ” le diceva De Fanis al telefono senza sapere di essere intercettato “poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr’ore… Chi ti conta la jurnata… capit?”.
E ora che è venuto tutto a galla la segretaria racconta: “La mia vita è diventata un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L’impatto dell’arresto sulla mia vita è stato devastante, perché sono mamma di una bambina piccola”. De Fanis dovrà rispondere anche di peculato perché, come è scritto nelle carte dell’inchiesta, avrebbe “utilizzato l’automobile della Regione per viaggi privati a Roma e a Bologna, in compagnia della segretaria, dissimulando le finalità esclusivamente personali dietro la finalità istituzionale”. (da www.rainews.it)