Ottocentomila euro. E’ la somma complessiva che due carabinieri, assolti dopo un decennio dalle accuse formulate nei loro confronti, chiedono allo Stato a titolo di risarcimento danni.
La vicenda riguarda il caso giudiziario in cui fu coinvolto il giudice Antonio La Rana, anche lui assolto in via definitiva. In quell’inchiesta furono coinvolti anche i due marescialli, all’epoca in servizio presso la caserma di Vasto, poi completamente scagionati dal giudice per le indagini preliminari nel 2011. In quel processo, anche l’accusa chiese l’assoluzione dall’ipotesi di reato di calunnia in concorso.
Nel frattempo, i due sottufficiali erano stati trasferiti e hanno visto pregiudicata ogni possibilità di fare carriera. Ora, dopo essere stati prosciolti, sono loro a ricorrere alle vie legali, presentanto due richieste di risarcimento danni da 400mila euro l’una nei confronti della Presidenza del Consiglio, rappresentata dal presidente, Enrico Letta, ritenendo che le indagini siano state viziate da negligenza e inerzia. La vicenda ora finirà dinanzi alla magistratura di Campobasso, competente a giudicare i procedimenti giudiziari riguardanti i giudici dei Tribunali abruzzesi.
Coinvolti ingiustamente nell’odissea giudiziaria del giudice Antonio La Rana (conclusa anche per quest’ultimo con una sentenza definitiva di assoluzione) due marescialli dell’Arma dei carabinieri, presentano il conto allo Stato.