Non ha ancora compiuto 18 anni (farà doppia festa il 31 dicembre) ma ha già conquistato un titolo italiano, molte convocazioni in nazionale ed è stato premiato dal comitato provinciale del Coni per i risultati conseguiti nell’ultimo anno. Luigi Alfieri è uno dei ragazzi di maggior talento della San Salvo Boxe, la scuola pugilistica guidata dalla coppia magica Domenico Urbano-Alfredo Campitelli. E’ venuto a trovarci nella redazione di zonalocale per raccontarci un po’ di sè.
Sei molto giovane ma già con un buon palmares. Da dove nasce la passione per la boxe?
Era l’estate di 4 anni fa e guardai in tv dei servizi sulla morte di Giovanni Parisi, così è scoccata la scintilla per la boxe. Poiché a Vasto non c’era possibilità di praticare questo sport andai a San Salvo, da Domenico Urbano, e sin da subito mi sono trovato molto bene. Ogni tanto è severo, ma è giusto così! Gli allenamenti della boxe sono molto duri, vado in palestra tutti i giorno per almeno 2 ore. Se si vuole andare avanti bisogna fare molti sacrifici.
Ricordi la prima convocazione con la nazionale?
Certo! L’ho vissuta davvero come un sogno che si realizzava. Sono già andato quattro volte e spero di poter continuare a lungo.
Negli ultimi campionati italiani abbiamo avuto l’impressione che i giudici ti abbiano un po’ penalizzato. Come ci si sente in quei momenti?
Purtroppo è capitato in diverse occasioni di avere giudizi non favorevoli. Ma ci penso il giusto, a me dà più forza, perché mi fa pensare che devo impegnarmi ancora di più. Però non posso negare che non sia molto bello, perché magari conduci un match sempre all’attacco e poi ti decretano sconfitto. Diciamo che è un’esperienza anche questa.
Nel combattimento quali sono i tuoi colpi migliori?
Il montante destro in volto e il montante sinistro allo stomaco. Sono colpi che nei dilettanti non si tirano molto ma Domenico ci fa allenare anche su questi fondamentali.
Hai la possibilità di essere guidato da un campione come Domenico Urbano. Cosa ti trasmette maggiormente?
Una grande passione, perché lui ce ne mette davvero tanta. E’ un allenatore che ci sprona molto e ci fa lavorare davvero parecchio. Ci ricorda sempre che senza sacrifici non si arriva da nessuna parte.
I tuoi genitori come hanno vissuto la tua scelta della boxe?
All’inizio erano contrari, credevano fosse come la boxe degli anni 70, 80, in cui si menavano fin quando uno non finiva per terra. Poi hanno iniziato a vedere com’era l’ambiente, i match, e hanno capito che potevano fidarsi. Ora vengono a vedere i match quando possono.
In nazionale sei a contatto con i migliori allenatori e i migliori pugili italiani. Che tipo di esperienza è?
Sono stato guidato da Stecca e Damiani, che non hanno bisogno di presentazioni. E poi ti alleni con Clemente Russo, Cammarelle, con Valentino ho anche combattuto in allenamento. Lui è un grande talento e sono contento perché un giorno potrò dire di aver fatto i guanti (l’allenamento, ndr) con questi grandi campioni.
Gli amici come si rapportano con questo tuo sport? C’è qualcuno che magari ti provoca e ti dice “facciamo a pugni”?
Si scherza ma non sono il tipo che si mette a fare lo show in mezzo agli amici. E’ capitato che qualcuno, anche per scherzo, lanci una sorta di sfida, ma io lo invito sempre a venire in palestra se davvero vuole imparare cosa è la boxe. Io mi sfogo in palestra, perché dovrei farlo fuori? Non serve a nulla.
Allenamento, disciplina, fatica. Cos’altro ti insegna la boxe?
Ad avere più coraggio nella vita, quando devi affrontare qualcosa la affronti senza paure. E poi anche a migliorare il carattere, ad essere più forte, a gestire i pericoli un po’ meglio. Mi ha fatto crescere molto.
La vittoria più bella?
La finale dei campionati italiani. A fine match ho lanciato un urlo incredibile tanta era la gioia. Anche Domenico si è emozionato, è stata una bella soddisfazione.
E il più brutto?
E’ stato uno dei primi incontri. Ho perso nettamente, però mi ha fatto capire che dovevo allenarmi di più. Poi ho avuto l’occasione di incontrare nuovamente lo stesso pugile e l’ho battuto. Una bella soddisfazione.
Chi sono i più forti oggi a livello giovanile?
I russi. Nelle competizioni prendono sempre più medaglie. L’Italia nel medagliere delle competizioni internazionali si attesta sempre verso il 6°/7° posto.
Cosa ha rappresentato ricevere un premio del Coni, l’ente che rappresenta tutti gli sport?
E’ stata una bella soddisfazione, non me la sarei mai aspettato. Quando mi è arrivata la chiamata mi ha fatto molto piacere.
L’obiettivo massimo per un pugile?
Per i dilettanti è l’Olimpiade, un sogno nella mente di tutti. Invece per i professionisti è quello di andare a combattere per un titolo negli Stati Uniti. E dura perché passati i 18 anni devi affrontare i pugili che sono da molti anni in nazionale.
La San Salvo Boxe continua a sfornare talenti.
Ho tanti compagni bravi. Penso a Stefano Ramundo, Maurizio Amedeo. Poi ci sono dei ragazzi di Lanciano e Termoli che vengono ad allenarsi da noi. C’è il giovanissimo Nicola Ferri e altri ragazzi che ad inizio 2014 faranno il primo torneo giovanile.
Consiglieresti ad un tuo amico di venire a provare?
Certamente, perché ti fa crescere molto nella vita. E poi credo che qualsiasi sport, specie da giovani, faccia bene, per tenersi bene fisicamente. In palestra vengono tanti amatori che vengono ad allenarsi proprio per stare meglio fisicamente.