Dove una volta c’erano le scuole elementari si tornano a svolgere attività dedicate ai bambini ai ragazzi. Da qualche settimana, in piazza Rossetti 46, negli ex palazzi scolastici, sono partite le attività dell’associazione L’isola che non c’è 2. Questa nuova realtà nasce da anni di esperienza nell’educazione dei bambini. “Siamo partiti con l’idea di creare un nido di famiglia – spiega la responsabile Slavica Jovanovic -, in cui poter rispondere alle esigenze di tante famiglie che, per motivi di lavoro, avevano bisogno di un luogo per i propri figli. Ho voluto creare un ambiente domestico, adeguato ai bambini, con un servizio per tutto il giorno, anche notturno se necessario, garantendo la massima flessibilità”.
Con il passare del tempo lo staff dell’Isola che non c’è ha percepito la necessità di rispondere alle esigenze anche dei bambini più grandi, che andavano a scuola. “Partendo dal periodo estivo, in cui molti bambini venivano da noi, abbiamo avviato le attività del doposcuola, dando risposte anche ai bambini con difficoltà nell’apprendimento”: E così, grazie all’azione dell’educatrice Pamela Gaspari, le attività di doposcuola sono cresciute sempre più. “Siamo partiti da un paio di bambini che dovevano semplicemente fare i compiti e poi abbiamo iniziato a seguire bambini con disturbi di apprendimento. Abbiamo svolto un percorso di formazione per poterli seguire al meglio. E, inevitabilmente, è arrivata l’esigenza di avere più spazi dedicati a loro”.
Così, nel dover decidere quale strada intraprendere, si è scelto di andare oltre il semplice doposcuola, creando un’associazione per rispondere a tante esigenze dei bambini e dei loro genitori. Molto importante è la presenza di altri esperti, come lo psicologo Luigi Gileno. “Mi occupo di seguire il sostegno alla genitorialità, aiutando nella gestione delle problematiche legate ai disturbi dell’apprendimento. Ritengo importante aiutare i genitori ad orientarsi quando c’è una qualche forma di difficoltà, che non è necessariamente un problema. Abbiamo anche in progetto di creare un gruppo di genitori che vogliono condividere tra loro situazioni a cui dare delle risposte tutti insieme”.
Una collaborazione importante sarà quella con la fattoria sociale “Il recinto di Michea”, in località Colle delle Mandorle. “E’ un’idea che abbiamo avuto confrontandoci con don Gianfranco Travaglini, responsabile della fattoria, per usare l’animale come mezzo facilitatore per un bambino che abbia una qualche difficoltà a livello comportamentale-emotivo. Non è un’attività pet therapy, ma un utilizzo dell’animale come supporto per superare le difficoltà del bambino”.
Tra i progetti in cantiere c’è quello del supporto post-adozioni.” La maggior parte delle volte, dopo che il bambino è arrivato in famiglia, l’ente pubblico, credo più per una mancanza di risorse che altro, non riesce a seguire adeguatamente il percorso. Manca l’aiuto quando serve davvero. Ecco perchè abbiamo avuto l’idea di creare un qualcosa che possa dare sostegno alle famiglie nel momento in cui il bambino arriva”.
Altro aspetto che viene curato grazie all’Isola che non c’è 2 è quello dell’educazione motoria, grazie all’insegnante Francesca Di Petta. “Attraverso il movimento e la danza lei porta avanti una terapia sul bambino, risollevandolo a livello di autostima – spiega Pamela Gaspari-. Poi se ci sono difficoltà di movimento si interviene anche su quelle”.
E poi tante altre attività, come corsi di cucina, di disegno, giochi, utilizzando gli ampi spazi della sede di piazza Rossetti. “Chi viene qui non svolge solo i compiti per la scuola – spiegano le educatrici – ma viene coinvolto e stimolato grazie a tante esperienze. Nasce tutto dall’idea del doposcuola, ma abbiamo capito che non basta, con i bambini bisogna lavorare. Non siamo mai stati un doposcuola classico, cerchiamo di essere collaborativi anche con genitori e gli insegnanti”. Oltre ai più piccoli, l’Isola che non c’è 2 è uno spazio anche per i grandi. “C’è la possibilità anche di lezioni individuali, per i ragazzi più grandi che frequentano le medie e le superiori”. Altro punto importante è la massima flessibilità nella frequenza, con soluzioni personalizzate a seconda delle diverse esigenze.
Il tutto nel cuore del centro storico, una precisa scelta da parte dei fondatori dell’associazione, in una sede bella e colorata, sulle cui pareti si trovano i disegni realizzati dai bambini e tante frasi che richiamano importanti messaggi educativi. “Qui è molto più semplice raggiungerci. I ragazzi più grandi possono venire anche da soli. Se per l’asilo è bello essere in campagna, immersi nella natura, per questa attività è giusto trovarsi nel centro storico. Vogliamo diventare un punto di riferimento per i ragazzi, continuando a mantenere un ambiente familiare dove ci si trova bene e, come ci capita spesso, da cui non si vuole andare via per tornare a casa”. L’Isola che non c’è 2, nella sede di piazza Rossetti 46, è aperta sempre, mattina e pomeriggio, con attività dedicati ai genitori,ai bambini e ai ragazza.
L’Isola che non c’è 2
Piazza Rossetti 46 – Vasto
tel.347.1272078
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