Decisive sono state le analisi compiute dai carabinieri del Ris di Roma. La comparazione del Dna ha consentito ai militari di identificare e arrestare, su ordine di custodia cautelare, Emilio Cirulli, 38 anni, ritenuto dagli investigatori il sesto componente del commando che un anno fa ha assaltato il portavalori della società Aquila di Ortona, mettendo a ferro e fuoco il tratto vastese dell’autostrada A14.
Su di lui pendono le medesime accuse formulate nei confronti degli altri cinque arrestati: concorso in tentato omicidio aggravato, rapina, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e parti di essa, ricettazione, incendio doloso.
Le indagini – Così ricostruisce i fatti il Comando provinciale dei carabinieri: “Salgono a sei gli arresti eseguiti dai carabinieri di Vasto nel corso delle indagini sulla rapina al portavalori Aquila, avvenuta lo scorso dicembre sull’autostrada A14, nel tratto compreso tra i caselli di Vasto Nord – Casalbordino e Vasto Sud – San Salvo. Le investigazioni, dirette dai Pubblici Ministeri Giancarlo Ciani e Enrica Medori, hanno già permesso di assicurare alla giustizia Costantino Vincenzo, Di Gregorio Simone, Surace Cono, Morra Matteo, nonché consentire il sequestro della somma complessiva di 270mila euro, di alcuni fucili a pompa, due kalashnikov e vario munizionamento, il tutto utilizzato dai malavitosi per il violento assalto, analogo agli ultimi delitti perpetrati nel foggiano nell’ultimo mese.
I carabinieri del Nucleo operativo di Vasto, in collaborazione con quelli di Cerignola, nel pomeriggio di ieri, dopo molte ore di appostamento nei pressi della sua abitazione e della sua azienda, hanno tratto in arresto Cirulli Emilio, 38enne, notificandogli un’ordinanza applicativa di misura cautelare richiesta dalla Procura ed emessa dal Gip del Tribunale di Vasto. L’indagato, come gli altri arrestati di Cerignola, è ritenuto uno degli esecutori materiali del violento atto predatorio. Lo stesso veniva associato alla casa circondariale di Vasto a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le investigazioni, che già fornivano un quadro probatorio ampiamente rappresentativo delle sue responsabilità, venivano suffragate anche da specifici accertamenti tecnici eseguiti dal Ris carabinieri di Roma; in particolare, su alcuni reperti acquisiti sulla scena del crimine veniva rilevato il Dna del Cirulli.
Le indagini continuano ininterrottamente non escludendo ancora nuovi sviluppi positivi. Anche l’odierno arrestato, come gli altri, dovrà rispondere di concorso in tentato omicidio aggravato, rapina, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e parti di essa, ricettazione, incendio doloso”.