Si parte alle 2 di notte, quando tutti, o quasi dormono, si finisce alle prime luci del sole, quando è inverno forse neanche quello perché si rientra a casa prima che si spengano i lampioni. Jovanotti ci ha scritto una canzone, “Gente della notte” ma, chissà perché, si è dimenticato di loro. Un tempo si chiamavano netturbini, gente ritenuta sporca, da cui prendere le distanze, appellata con i nomi più brutti possibili. “Oggi è un lavoro come un altro”, ci spiegano gli operatori ecologici, come si chiamano oggi, che incontriamo in una fredda mattina di fine autunno ma che già sembra inverno. Sono le 5.30 del mattino e loro si avviano alla conclusione del loro giro. Angelo De Caro e Tonino Valentini, dipendenti della Pulchra, la società chegestisce la raccolta dei rifiuti in città, sono in equipaggio insieme, nel giro della raccolta porta a porta. Rappresentano due generazioni di lavoratori, uno ha superato la soglia dei 50 anni, l’altro ne ha poco più di 30.
Se un tempo chi svolgeva questo mestiere lo faceva con vergogna, oggi non è più così. Il nome stesso, operatore ecologico, porta in sé una sorta di valore, quello dell’educazione ambientale, che dovrebbe interessare ogni aspetto della vita. Un lavoro pesante, il loro, che vivono una sorta di vita ribaltata, tutti i giorni dell’anno, perché la città va mantenuta pulita. “Certamente è un lavoro faticoso” – mi dicono, forse un po’ imbarazzati nel sentirisi “Intervistati”, con le mie domande, Costanzo che si muove come un’ombra per scattare le foto. A tenermi sveglio in un orario certamente per me insolito è il rumore del camioncino che usano per la raccolta. Anche l’evoluzione dei mezzi è stata importante per una sorta di salto di qualità del mestiere. “Prima si faceva tutto a mano, oggi con i mezzi è molto più semplici. E anche il nostro equipaggiamento – spiega Tonino – ci permette di lavorare nella massima pulizia”. Lavorare la notte non è così scontato. Mentre io e Costanzo rubiamo qualche minuto ai due operatori ci raggiunge anche Giovanni Pacchiano. Lui ha iniziato con questo lavoro nel 1998 ed oggi è diventato il responsabile del servizio di raccolta. A lui chiedo “ma perché lavorate di notte?”. In molte città, infatti, non è così. “E’ una scelta che a Vasto è stata fatta tanti anni fa. Iniziare a raccogliere la notte in modo da aver finito per le 8 del mattino (tranne situazioni particolari). Si fa così per dare la possibilità ai mezzi di muoversi agevolmente per la città, senza incappare nel traffico. In molte città la raccolta va avanti per tutta la mattina, con i mezzi che creano disagi notevoli alla circolazione. A Vasto invece questo problema non c’è”. La nostra città è alle prese da qualche anno con una raccolta differenziata che sta raggiungendo via via tutti i quartieri. Un cambiamento anche per gli operatori, chiamati a passare dalla raccolta dei rifiuti da un numero “contenuto” di bidoni, a quella porta a porta. “Diciamo che sta andando sempre meglio – dicono Tonino e Angelo – anche se ci sono molte zone dove si verificano problemi, con tanti, troppi abbandoni. Per noi questo è inconcepibile. Nel caso degli ingombranti andiamo a ritirare le cose a casa eppure c’è chi si rifiuta”. Spesso l’opinione pubblica punta il dito contro gli stranieri. “E’ vero solo in parte – raccontano i due operatori- perché in molti casi ci rendiamo conto di come ad abbandonare i sacchetti nel posto sbagliato siano i cittadini italiani”. Nel corso degli anni ne sono capitate tante di situazioni particolari. “Una volta, era estate, ci hanno chiamato perché davanti a Palazzo d’Avalos avevano lasciato un’intera coscia di maiale, col caldo vi lascio immaginare come fosse diventata”. Un lavoro come tanti, dicono loro, che però, quando tornano a casa, lascia il pensiero di aver contribuito a far trovare la città pulita. “I cittadini sono giustamente esigenti – commenta Pacchiano – perché pagano per un servizio e quindi vogliono che il servizio sia svolto al meglio. Giustissimo. Però qualche volta dovrebbero avere un po’ di comprensione nei nostri confronti. Quando ci sono piogge molto forti o le nevicate può capitare di avere qualche ritardo dettato dall’impraticabilità di alcune strade. Ci vuole un po’ di più ma poi puliamo tutto”.
Un lavoro silenzioso, come ce ne sono tanti, che in pochi vedono, ma i cui risultati sono evidenti. Pensate se per un paio di giorni gli operatori ecologici decidessero di non lavorare più. La città si troverebbe con scene come quelle troppo spesse viste in tv. Ma per mantenere la città pulita non basta avere un buon servizio di raccolta. “Bisogna iniziare ad educare i bambini da quando sono piccoli. Insegnanti e genitori sono molto importanti per far crescere cittadini rispettosi”, ci dicono i due operatori, specialmente Tonino che è anche Ispettore ambientale e quindi he ha viste davvero di tutti i colori. Li lasciamo tornare al loro lavoro, c’è da finire il giro prima di tornare a casa ed “iniziare” la giornata. Non andranno a dormire, ma riposeranno qualche ora nel pomeriggio, poi qualche ora la sera prima di iniziare nuovamente a lavorare. Ritmi che ormai che si ripetono giorno dopo giorno.
Costanzo ed io andiamo ad incontrare un’altra persona, che sta lavorando nel centro storico. Maurizio Benedetti ci viene incontro in corso Nuova Italia a bordo della spazzatrice, oggi sta sostituendo un collega. Anche lui, come Giovanni, è entrato nel 1998. “Oggi mi occupo del centro storico. Curo le operazioni di spazzamento, svuotamento dei cestini, d’estate mi muovo con quella sorta di triciclo elettrico. D’inverno invece lavoro nella raccolta differenziata”. Battuta sempre pronta, sorriso contagioso e una grande soddisfazione quando parla del suo lavoro. “Mi piace, perché mi permette di lavorare all’aperto, non riuscirei mai a stare chiuso in una fabbrica o un ufficio. E poi sono contento di fare un lavoro a beneficio degli altri”, spiega Maurizio con entusiasmo. Lavorando nel cuore della città ha modo di vedere situazioni e persone di tutti i tipi. “Ma ora, col freddo, non si vede proprio nessuno fin quando non c’è luce. D’estate invece….” E lascia la frase sospesa sorridendo. Quando gli chiedo “ma non ci sono un po’ pochi cestini in città” tocco un nervo scoperto. “E no, mi dice lui. Nel centro ce ne sono”. La nota dolente, come spesso accade è quella del vandalismo, con cestini posizionati più e più volte ma sempre distrutti. Finchè qualcuno non ha deciso di dire basta e rinunciare alla loro installazione.
E’ nel fine settimana che il lavoro di Maurizio si fa critico. “Nel centro storico abbiamo un grande problema con le bottiglie. Ne troviamo tantissime, sparse ovunque, ma questa cosa non va bene. Intanto c’è da dire che con i contenitori di vetro non si potrebbe uscire fuori. Ma se questo accade, non hanno neanche il buonsenso di raccoglierle. No, lasciano tutto per terra. E noi troviamo un campo di battaglia”. I ritmi notturni anche per Maurizio lo portano a spezzare le ore di sonno durante la giornata. “Tornato a casa dopo il lavoro faccio le mie cose, poi vado a riposare più tardi“. Tonino, Angelo, Maurizio. Come loro ci sono altri 40 lavoratori della Pulchra Ambiente che ogni notte, prima delle 2, escono di casa, lasciando le proprie famiglie che dormono, mogli, figli e li rivedono al mattino presto, quando loro stanno iniziando la loro giornata. Ogni giorno, con il caldo, il freddo, la pioggia o la neve, salgono sui loro mezzi e girano silenziosi per le vie della città, guardandola con occhi diversi rispetto alla maggioranza delle persone ed imparando ad averne quella cura quotidiana, così che possa essere trovata pulita al risveglio dei vastesi. “La gente della notte sempre la stessa ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese e il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni, la gente della notte sopravvive sempre (Jovanotti)“.
Testo di Giuseppe Ritucci
Foto di Costanzo D’Angelo
Foto – Tonino, Angelo e Maurizio, operatori ecologici
Foto di Costanzo D’Angelo