“Pretendiamo rispetto e attenzione”, protesta Sabrina Della Gatta, che racconta i disagi vissuti dagli studenti dell’Università D’Annunzio di Chieti.
“Il mondo dell’istruzione è il mondo della crescita culturale e personale di ognuno. I corridoi delle università sono percorsi ogni giorno da giovani che vogliono sviluppare le proprie competenze, che mettono insieme idee e progetti, che preparano il proprio futuro. Purtroppo, però, come spesso accade di questi tempi, noi studenti dobbiamo manifestare incredulità e sconcerto di fronte al disinteresse e all’indifferenza di chi dovrebbe garantirci non solo un’istruzione adeguata (che dovrebbe essere scontata e spesso non lo è), ma anche servizi e strutture degne di questo nome.
Mettendo per un attimo da parte i problemi scoraggianti e avvilenti davanti ai quali ci troviamo ogni giorno, di professori che si sentono liberi di presentarsi o meno a lezione, di avvisi pubblicati all’ultimo momento o mai pubblicati, delle segreterie che a una domanda oggi rispondono in un modo e domani in un altro, di materiale didattico costosissimo (e potrei proseguire nell’elenco), vorrei concentrarmi sullo spettacolo che si trovano davanti gli studenti dell’Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti soprattutto, ma non solo, in questi giorni di maltempo.
Ebbene l’università si presenta ai nostri occhi con secchi sparsi qua e là a raccogliere l’acqua che cade copiosa dal soffitto, causando anche la caduta di calcinacci. Le mura sono intrise d’acqua tanto da essere diventate marroni, ci sono zone delimitate da nastri in quanto allagate… e l’unica precauzione è una semplice scritta su un foglio pericolo di crollo. Penso che la situazione sia inaccettabile, anche perché questi disagi si verificano non solo in occasione di maltempo eccezionale come quello che ha appena attraversato la penisola, ma ogni qual volta ci sia una semplice pioggia.
Non è la prima volta, infatti, che gli studenti cercano di puntare l’attenzione su questo problema, documentando la situazione con video e foto. Ma come di regola nel nostro Paese non solo i problemi non si prevengono, ma quando diventano evidenti si cercano soluzioni provvisorie senza risolverli. Non serve essere degli esperti per sapere che le infiltrazioni d’acqua, soprattutto di questa portata, a lungo andare possono causare danni ben più gravi del crollo di qualche calcinaccio. Deve farsi per forza male qualcuno, deve accadere necessariamente qualcosa di irreparabile per intervenire? Tutto questo è inaccettabile! Siamo studenti, ci rechiamo all’università per costruirci un futuro, facciamo tanti sacrifici e pretendiamo di avere delle strutture idonee (siamo al punto di dover pretendere con forza qualcosa che ci dovrebbe spettare di diritto). Paghiamo dei costi salatissimi eppure i servizi sono scarsi e non sono migliorati, nonostante le tasse negli ultimi due anni siano raddoppiate. La nostra è un’università pubblica e noi studenti a questo punto vorremmo davvero sapere come vengono spesi i nostri soldi viste le condizioni delle strutture.
Protestiamo, denunciamo la situazione con articoli, foto e video, ma – sottolinea Sabrina Della Gatta – la situazione non cambia. Però noi continueremo a far sentire la nostra voce, per dimostrare che non abbassiamo la testa e che pretendiamo rispetto e attenzione”.