Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona unite per salvare i loro Tribunali e per lottare contro i tagli che stanno privando di servizi essenziali le medie città abruzzesi. Il primo obiettivo è dare battaglia sulla soppressione delle sedi giudiziarie. I quattro palazzi di giustizia sub-provinciali sono destinati a chiudere. Lo ha stabilito al riforma della geografia giudiziaria entrata in vigore a settembre. Causa terremoto e inadeguatezza dei palazzi di giustizia di Chieti e L’Aquila, una proroga terrà aperti fino al settembre 2015 i Tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona. Restano un anno e dieci mesi per scongiurare la soppressione. Le quattro amministrazioni comunali uniscono le forze per condurre una battaglia difficile. L’intesa è stata sancita stamani nel municipio di Vasto, dove si sono incontrati il sindaco, Luciano Lapenna, e i suoi colleghi di Avezzano e Lanciano, Giovanni Di Pangrazio e Mario Pupillo. Assente solo il primo cittadino di Sulmona, Giuseppe Ranalli, bloccato dalla neve.
“Non si risparmia sulla salute dei cittadini e sull’economia dei territori”, ha ammonito Di Pangrazio. “La viabilità per L’Aquila è impossibile, inoltre Avezzano ha un Tribunale imponente. Il trasferimento comporterebbe costi ben superiori a quelli attuali, inclusi gli indennizzi al personale che verrà trasferito. Inoltre, le parcelle degli avvocati cresceranno a scapito dei cittadini. La Marsica ha più residenti dell’Aquilano, Sulmona ha un carcere di massima sicurezza, aspetti che non sono stati minimamente considerati nella legge Severino. Vasto e Lanciano lamentano la distanza da Chieti e, inoltre, riguardo alle loro sedi giudiziarie, il discorso è analogo a quello di Avezzano. Per questo – annuncia – abbiamo elaborato una delibera che verrà sottoposta ai Consigli comunali, perché il Tribunale non interessa solo agli avvocati, ma anche i titolari delle attività commerciali che vivono attorno alla sede giudiziaria e tutti i cittadini”.
Le 31 città italiane in cui i palazzi di giustizia sono stati già svuotati o sono in via di chiusura puntano sul referendum per abrogare la riforma della geografia giudiziaria. Ad Avezzano si è già costituita un’associazione pro comitato referendario, stessa cosa sta avvenendo a Lanciano. “La istituiremo anche a Vasto”, annuncia Lapenna. “Si devono creare le condizioni per vincere il referendum”.
Ma l’alleanza delle medie città abruzzesi nasce anche nella convinzione che, solo uniti, i territori periferici possa evitare la perdita di servizi pubblici causata dai tagli indiscriminati che rischiano di trasformare in dormitori i centri non capoluogo di provincia. A partire dalla mannaia che si è abbattuta sulla sanità, passando per i trasporti pubblici e per la chiusura dei rubinetti dei finanziamenti necessari a garantire le prestazioni pubbliche essenziali. “Abbiamo preparato – dice Pupillo – uno studio sulla crescita dei costi derivante dall’accorpamento di Vasto e Lanciano al Tribunale di Chieti: oltre 10 milioni di euro in più ogni anno a carico dei cittadini. Più in generale, la Regione Abruzzo ha dimenticato le zone periferiche e ha creato, invece, quella che non è un’area metropolitana (visto che la legge richiede di un milione di abitanti) e che io chiamo l’ecomostro di Chieti-Pescara”.