Il Coro Polifonico Histonium Bernardino Lupacchino dal Vasto festeggia i suoi primi 40 anni di attività musicale. Una lunga e felice vita per il sodalizio vastese che, durante quest’anno, non ha fatto mancare i tradizionali appuntamenti di alto valore musicale, come la Rassegna di Cori giunta alla 13ª edizione, o l’incontro con la Corale Argentina “Musica Quantica”. Importante evento anche la mostra documentaria, accompagnata da incontri musicali e proiezioni, in cui sono stati raccontanti i 40 anni di storia del coro. Ora, proprio per dare ancora più sostanza a questa ricorrenza, il Coro Polifonico Histonium ha dato vita ad un fine settimana di alto spessore.
Si inizia domani, sabato 23 novembre alle 19 nella Cattedrale di San Giuseppe con il concerto Figlia del tuo figlio tenuto dall’Insieme Vocale “Vox Cordi” di Arezzo, diretto dal maestro Lorenzo Donati.
Domenica sera, poi, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, l’appuntamento più importante, con il Requiem op.9 di Maurice Duruflé, eseguito da ben tre cori ed un’orchestra. A presentare la serata sarà Pino Cavuoti, storico “narratore” del CPH.
Protagonisti della suggestiva e difficile opera saranno l’Insieme Vocale “Vox Cordis” di Arezzo, diretto da Lorenzo Donati (Nel video), l’Ars Vocalis di Roseto degli Abruzzi, diretto da Carmine Leonzi e Coro Polifonico Histonium Bernardino Lupacchino dal Vasto. L’esecuzione musicale è affidata alla Giovane Orchestra d’Abruzzo, con il maestro Francesco D’Annibale all’organo. Il maestro Luigi Di Tullio sarà il direttore dell’esecuzione. Seguirà un omaggio a Giuseppe Verdi, con La Vergine degli angeli, interpretata dal soprano Valeria De Fanis.
Note sul Requiem
Nel 1947 Maurice Duruflé, compositore francese e organista a vita di St Etienne-du-Mont a Parigi, scrive la sua opera più famosa: un Requiem, per solisti, coro e orchestra, in memoria del padre, quest’opera trova la sua originalità nell’aver preso a modello, interpretandola in chiave moderna, l’antica melodia gregoriana, per questo stupisce e piace. Sul Requiem lo stesso compositore scrisse: “Questo Requiem è composto interamente sui temi gregoriani della Messa per i defunti. A volte il testo musicale è stato completamente rispettato, la parte orchestrale interviene solo a sostenerlo o come commento su di esso; a volte sono stato semplicemente ispirato da esso, altre volte l’ho ignorato completamente, per esempio in alcuni sviluppi suggeriti dal testo latino, in particolare nel Domine Jesu Christe, nel Sanctus e nel Libera. In generale, ho cercato soprattutto di entrare nello stile caratteristico del canto gregoriano. Pertanto, ho fatto del mio meglio per conciliare, per quanto possibile, il ritmo Gregoriano, così come è stato stabilito dai Benedettini di Solesmes con le esigenze del metro moderno. Per quanto riguarda la forma musicale di ciascuno dei pezzi, è in genere ispirata dalla stessa forma presentata nella liturgia. Il ruolo dell’organo è solo episodico: questo interviene, non a sostenere il coro, ma solo a sottolineare alcuni accenti o sostituire temporaneamente la sonorità dell’orchestra che ha un suono fin troppo umano. Esso rappresenta l’idea di pace , di fede e di speranza ” Il Requiem si compone, canonicamente, di nove parti: Introitus (Requiem aeternam), Kyrie, Domine Iesu Christe, Sanctus, Pie Iesu, Agnus Dei, Lux aeterna, Libera me, In Paradisum.