Lui stesso senza voler fare il fenomeno l’ha definita una “puntinazza”, quella che domenica al 94′ contro il Pineto ha spedito di prepotenza il pallone sotto l’incrocio mandando in estasi l’Aragona e permettendo ai suoi di fissare il risultato sul 2-0, dopo aver messo la firma anche nell’azione del primo gol. Marco Battista, un marcantonio di nome e di fatto, 28enne centrocampista della Vastese, è arrivato questa estate dopo un’esperienza di cinque mesi al Vasto Marina. Il suo è stato un acquisto in sordina, visto anche con un po’ di diffidenza.
Eppure Marco, calciatore e impiegato nell’azienda di famiglia che si occupa di informatica ad Atessa, è uno che conosce bene la categoria, con un passato di 6 anni nelle giovanili del Pescara, dai Giovanissimi alla Primavera. Poi Val Di Sangro, Atessa, Chieti, Cologna Paese, Castel Di Sangro e Rosetana. Quantità e anche gol, al momento due, entrambi molto belli.
Partiamo dal 94’ di domenica, quando contro il Pineto hai sfoderato questa rabbiosa e ormai famosa “puntinazza”.
Mancava poco alla fine, ho visto due compagni liberi sulla sinistra, ma ho provato a tirare, tanto ormai era finita, è andata bene, è stata una grande emozione, segnare davanti ai nostri tifosi un gol così è stato bellissimo.
Ormai fai solo gol belli, anche quello di Francavilla lo è stato.
L’importante è sempre la vittoria che serve alla squadra, brutto o bello non importa. Anche se per adesso sembra andare così, in casa contro il Capistrello invece solo davanti alla porta ho sbagliato, forse perchè era troppo facile.
Arrivato nello scetticismo stai dando un contributo importante, rappresentato da quantità e gol.
Cerco sempre di fare questo, l’ho fatto in tutte le squadre dove sono stato in precedenza. Ho sempre giocato in queste categorie, Eccellenza e Serie D anche se pochi anni, puntando sempre a dare tutto.
Sei inamovibile, solo il giudice sportivo ti ha messo fuori, le ammonizioni sono un tuo limite?
Ci sto pensando anche io, ma quest’anno non ne ho ricevute per proteste, tutte per falli di gioco, è già un passo in avanti. Cerco di stare attento, devo migliorare sotto questo aspetto, sento la partita, ma è anche il mio modo di giocare in una zona del campo in cui sei più a rischio.
Quando è avvenuto il primo contatto con la Vastese?
All’inizio di agosto, ci siamo messi d’accordo e sono rimasto contentissimo di venire qui perché era quello che volevo, credo lo sia anche la società.
La solidità di questo gruppo è un punto di forza ormai noto, come ti stai trovando al suo interno?
Molto bene, ma non è difficile, è prevalentemente quello dello scorso anno con l’aggiunta dei nuovi, sono tutti bravi ragazzi, cerchiamo di impegnarci al massimo insieme.
Hai legato con qualcuno in particolare?
Con tutti, cerco sempre di instaurare un buon rapporto con ogni compagno. Ce ne sono diversi che conoscevo per averci giocato contro, come Avantaggiato e Soria, ma non solo.
Con il mister come va?
Bene, sia con Nicola Di Santo che con Mario Lemme
Quali sono i tuoi obiettivi personali e quelli della squadra per questa stagione?
Per scaramanzia preferisco non dirlo, ma è un campionato equilibrato, in alcune occasioni siamo stati sfortunati, con un pizzico di aiuto in più da parte della buona sorte avremmo più punti, a dir poco ne abbiamo persi 4/5, ma sono certo che nel calcio questi episodi si bilanciano, arriverà anche il nostro momento. Se non ci sono cali di concentrazione possiamo ancora fare bene, la squadra c’è.
Come ti sembra la tifoseria vastese?
In Eccellenza è molto difficile trovare una tifoseria come quella di Vasto, un ambiente come questo è molto raro. Questo pubblico merita decisamente altro e di una cosa possono stare certi, noi ce la metteremo tutta fino alla fine per cercare di accontentarli nel miglior modo possibile. Se non dovessimo riuscirci è importante aver dato il massimo e stare con la coscienza a posto.
Oltre a fare il calciatore lavori nell’azienda di famiglia che si occupa di informatica
Sì, da 25 anni lavoriamo nel settore, io da un po’ meno, fino a qualche anno fa il mio impiego principale era il calcio, anche perché giocavo lontano da casa, adesso sono contento di essermi riavvicinato e di mattina durante la settimana mi occupo di altro, il pomeriggio mi sposto in campo.
In attesa di fare qualche altro super gol.
Lo spero, ma non per me, soprattutto per la squadra. Anche se sono brutti vanno bene, l’importante è metterla dentro e fare punti.