Test scritti per stabilire se Marco Del Vecchio è capace d’intendere e di volere attualmente e se lo era il 17 novembre 2012, al momento dell’omicidio di cui è accusato: l’assassinio dei suoi genitori Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, barbaramente uccisi con 111 coltellate nella casa di via Anghella.
Il 16 novembre si è svolta nel carcere di Torre Sinello la seconda seduta prevista nell’ambito della nuova perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari, Anna Rosa Capuozzo.
Anche stavolta, come l’11 novembre scorso, l’indiziato avrebbe risposto in maniera stizzita al perito nominato dal gip. Dunque il professor Felice Carabellese ha ritenuto necessario un altro incontro con l’indagato, alla presenza degli avvocati e degli psichiatri nominati da accusa, parte lesa e difesa: una terza seduta in cui il docente dell’Università di Bari somministrerà al 38enne dei test scritti.
Carabellese stilerà poi una relazione che consegnerà al magistrato. Il gip si esprimerà nell’udienza del 17 dicembre. Se dovessere essere riconosciuto incapace, come sostiene la difesa, Del Vecchio non potrebbe essere processato. Un’incapacità parziale comporterebbe uno sconto di pena in caso di condanna. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Enrica Medori, sostiene invece la piena capacità e, quindi, l’imputabilità dell’indiziato.