“Ermanno Falone ha chiarito la sua posizione nei minimi dettagli ed è estraneo ai fatti”. Lo afferma al termine dell’interrogatorio di garanzia Angela Pennetta, avvocato difensore di Ermanno Falone, il 41enne vastese coinvolto nell’inchiesta Il Vate. Non hanno risposto alle domande del gip di Pescara, Maria Carla Sacco, né l’ormai ex assessore regionale Luigi De Fanis (Pdl), né la sua segretaria, Lucia Zingariello, finiti agli arresti domiciliari la scorsa settimana. Un’ora di interrogatorio, invece, per Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo.
Secondo la Procura, Falone sarebbe stato il prestanome di De Fanis e le tangenti sarebbero confluite in Abruzzo Antico, l’associazione di cui l’impiegato vastese è presidente.
La difesa ribatte sostenendo che “Falone è finito in questa inchiesta perché è presidente dell’associazione e voleva promuovere sul territorio di Vasto l’associazione stessa ed anche la sua persona poiché è stato candidato alle elezioni amministrative di due anni prima” con la lista di centrodestra Vasto giovani. “Voleva promuovere la sua persona e la regione Abruzzo in vari eventi anche nazionali. Il mio assistito – afferma l’avvocato Pennetta – non sa assolutamente nulla di questo presunto giro di denaro. Si sta applicando lo stesso principio che si applica a Berlusconi: non può non sapere. Falone semplicemente ha organizzato questo evento. A fronte delle fatture, emetteva l’assegno. Non sa assolutamente altro”.