In questi tempi il web e la stampa sono in fermento per quello che viene definito uno strano fenomeno a cui dedicare la massima attenzione: strani filamenti biancastri e appiccicosi cadono dal cielo.
Quello che si legge converge sempre su un aspetto “i filamenti cadono dopo il passaggio di aerei che rilasciano scie”. Dunque siamo alle solite, l’ennesimo tentativo di trovare una prova dell’esistenza delle scie chimiche attraverso l’attribuzione di un significato misterioso ad un fenomeno che potrebbe essere del tutto naturale.
In proposito faccio una previsione, volete scommettere che il prossimo anno, tra Ottobre e Novembre se ne riparlerà? Come è avvenuto nel 2012, nel 2011, nel 2010 e andando indietro anche negli altri anni, anche se in maniera minore dato il poco uso di Facebook come mezzo di diffusione delle (dis)informazioni.
Questo aspetto (la ciclicità del fenomeno) è da non trascurare e già da solo fa capire che forse è il manifestarsi di un fenomeno naturale che si ripete ogni anno nello stesso periodo, come la caduta delle foglie e il nascere dei funghi in autunno o il fiorire dei campi in primavera, ma la memoria è corta e nessuno nell’Ottobre/Novembre del 2014 si ricorderà di aver fatto lo stesso discorso uno, due, tre anni prima.
Qualcuno ha azzardato ipotesi fantasiose, riportando la certezza di polimeri strutturati rilasciati da aerei militari, altri, in maniera un “po’ più realistica” ha attribuito il fenomeno all’inquinamento atmosferico, ma se fossero semplici ragnatele di qualche specie particolare di aracnide?
Il 21 settembre del 2013 a Vasto, presso la Pinacoteca del Palazzo D’avalos, il Dott. Simone Angioni, chimico e responsabile di Scientificast, ne ha parlato deliziando una schiera di liceali con i suoi “ragni pucciosi” e l’idea Ufologica e complottistica ha lasciato spazio ad una più terrena e naturale manifestazione di un particolare tipo di ragno che emigra trasportato dal vento e che usa il filamento di tela da lui secreto come una specie di vela. Il fenomeno viene definito “ballooning” e consente ai ragni migratori di eseguire spostamenti lunghissimi senza sforzo sfruttando il vento, ne parla addirittura Charles Darwin nel resoconto “Viaggio con la Beagle”:
“Nel mattino l’aria era piena di ragnatele a fiocchi […]. La nave era a sessanta miglia dalla costa […]. Un gran numero di piccoli ragni […] erano attaccati alla tela. Dovevano essercene, suppongo, a migliaia sulla nave. […] Il piccolo aeronauta non appena arrivava a bordo era molto attivo […]”
Darwin a parte, è un fenomeno recente? Niente affatto. Il 27 Ottobre del 1954 a Firenze vi furono degli avvistamenti di UFO e seguì la caduta di una bambagia silicea, termine coniato dal quotidiano “La Nazione” all’indomani dell’evento. Il 14 novembre lo stesso accadde a Gela. Famosi, dato che associati a contesto ufologici, i casi di Sudbury nell’ottobre del 1973, Novara, ottobre 1994, Cincinnati, settembre 1956, Viganaro Mainarda il 21 ottobre 2010, Bondeno e Vigarano nel novembre 2008, Voghiera 30 novembre 2003. In questi ultimi anni l’ipotesi ufologica ha lasciato il posto a quella complottista con molti avvistamenti nel periodo tra Settembre e Novembre (avete notato che anche i casi meno recenti sono concentrati in questi mesi? Dovrebbe far riflettere). Naturalmente accettare una spiegazione razionale e semplice sembra un attentato all’informazione, quindi meglio cercare ipotesi da film Hollywoodiano piuttosto che accettare la voce ufficiale della scienza.
Per rimanere comunque laici e non subire accuse di negazionismo, abbiamo interpellato una voce super partes che si occupa di tematiche legate all’ecologia: il dott. Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo. La scelta è stata dettata dal proliferare di notizie allarmistiche a mezzo stampa nei giornali Abruzzesi che riportano decine di avvistamenti di Capelli D’angelo nella regione e dalla competenza di Di Tizio nella materia. Ecco il suo comunicato diffuso a mezzo stampa.
“Nei giorni scorsi in varie località d’Abruzzo sono stati segnalati “misteriosi filamenti bianchi” e “inspiegabili fiocchi” “caduti dal cielo”. Un fenomeno che ha generato allarme tra i cittadini e anche in qualche amministratore. Per cercare una spiegazione sono state avanzate le più fantasiose ipotesi, dai residui di “scie chimiche” lasciate da aerei in transito a quelli di prodotti utilizzati per modificare il clima, da generici prodotti inquinanti sino agli immancabili UFO. Questi filamenti bianchi, lunghi anche diversi metri e appiccicosi, che qualcuno ha correttamente definito “simili a quelli delle ragnatele”, sono, appunto, dei filamenti di ragnatela utilizzati nelle calde giornate d’autunno da diverse specie di ragni per lasciarsi trasportare dal vento e colonizzare nuovi territori. Sui filamenti sono presenti infatti uno o più spesso numerosi ragnetti.
Un fenomeno di dispersione che si ripete nelle zone di campagna tipicamente tra ottobre e novembre e che ogni anno genera allarme in qualche parte d’Italia benché si tratti di un fenomeno noto da oltre 2000 anni e del quale aveva parlato persino Aristotele individuando correttamente l’origine dei filamenti.
Stiano tranquilli i cittadini, almeno per questo fenomeno (noto come “spider balooning”): sono ben altri gli inquinanti che devono preoccuparci, dal traffico eccessivo nelle città alle raffinerie petrolifere, dalle industrie che non rispettano le norme di legge alla proliferazione dei rifiuti… Per tutte queste cose sì che vale la pena di preoccuparsi e di chiedere alle autorità di intervenire, I ragni in migrazione, almeno quelli, problemi non ne danno di sicuro”.
Luca Menichelli
www.scetticamente.it