Gli studenti tornano in piazza per fare sentire la loro voce. Si terranno domani, venerdì 15 novembre, in diverse città italiane manifestazioni sulla stregua di un anno fa, quando i ragazzi contestarono la legge Aprea. Anche a Vasto l’appuntamento per gli studenti delle scuole superiori è alle 8.30 davanti al Liceo Scientifico. Percorreranno poi le vie della città fino a raggiungere piazza Rossetti, dove si confronteranno sui temi caldi della scuola italiana. Ad organizzare la manifestazione è l’Unione degli Studenti Vasto, nata lo scorso anno nel periodo dei movimenti di protesta e che in queste settimane sta vivendo una fase di rilancio, con il coordinamento di due studenti, Angelo Tricase e Carlotta Di Casoli. Ed è proprio Carlotta ad illustrarci le motivazioni della manifestazione di domani, tra argomenti condivisi con tutti gli studenti italiani e quelli che riguardano Vasto e il territorio.
“Quest’anno ci siamo proposti di mettere in atto una protesta attiva, non solo manifestando per promuovere i punti concordati con le associazioni studentesche a livello nazionale ma per cambiare davvero qualcosa nel nostro territorio – spiega Carlotta Di Casoli-. Per quanto riguarda l’evento #15nov, ovvero quello nazionale, i punti sono: stanziamento di 220 mln di euro alle scuole paritarie con conseguente indifferenza totale nei confronti dell’apparato scolastico statale, il problema delle nuove tassazioni attuate nella nuova legge di stabilità che prevede il pagamento della cosiddetta Trise che graverà non solo sui possessori dell’immobile ma anche sugli affittuari e dunque su studenti fuori sede, precari per cui noi ne chiedamo l’esenzione.
Ancora: il blocco del turn over, perché non permette una ciclicitá lavorativa efficiente né per gli insegnanti, né per noi studenti. Avere un docente anziano non giova a noi ed al nostro apprendimento ma neanche ai milioni di insegnanti precari o agli specializzandi che aspirano ad un posto di lavoro. E poi desidereremmo maggiori entrate nelle casse regionali e minori finanziamenti a corpi e progetti che secondo il nostro parere risulterebbero piuttosto futili”.
Fin qui le argomentazioni di carattere nazionale. Ma le richieste degli studenti vastesi che domani si ritroveranno per sfilare lungo le vie della città sono orientate al territorio in cui vivono e studiano, con una popolazione studentesca composta non solo dai residenti in città ma da tanti che ogni giorno arrivano dal comprensorio. “Porteremo avanti le seguenti richiesti: possibilità di utilizzo della tessera ministeriale Io studio (altresí detta Tessera dello studente), in periodi che siano consoni alla vita di ognuno di noi. Faccio un esempio banale: uno studente medio delle scuole superiori di secondo grado dal lunedì al venerdì (giorni in cui può usare la propria carta personale per entrare al cinema con sconto) deve solitamente studiare e non ha tempo per uscire, ed anche se ne avesse, due di questi cinque giorni su sette teoricamente disponibili sono destinati uno al riposo settimanale dei dipendenti, l’altro al film d’essay su cui non si applicano sottrazioni. Ma a parte quello del cinema che potrebbe essere più o meno rilevante, vorremmo chiedere la possibilità di avere delle facilitazioni anche ad esempio nelle visite ai musei, in viaggi d’istruzione, nelle biblioteche e in tutto quello che interessa l’ambiente scuola.
Poi ci batteremo per l’abbattimento delle barriere architettoniche della città e delle vie del territorio. Tra l’altro, a proposito di disabili, ci terremmo a sottolineare quanto ci abbia colpito la causa di tutti gli insegnanti di sostegno che si sono trovati il monte ore dimezzato e di tutte le famiglie di quei bimbi e di quei ragazzi portatori di handicap che hanno visto ridursi un prezioso servizio di supporto all’apprendimento.
Ancora abbiamo pensato ad una rete di trasporti pubblici che vada a tappare i buchi delle aziende private di settore. Non è possibile che uno studente pendolare non abbia autobus per tornare a casa il pomeriggio se non verso le sette e mezza, otto ad esempio, quando ormai è tardi per iniziare a studiare.
Poi ovviamente non chiediamo, ma oserei quasi dire pretendiamo maggiore attenzione da parte della nostra città, che percepiamo proprio non considerarci. Nessuna iniziativa, nessuna struttura, nessun progetto mirato ai giovani vastesi. Che fine hanno fatto i fondi europei? Perché non ancora si trovano escamotages per sbloccarli?
C’è un’ultima cosa che non riusciamo a comprendere. Che fine fanno i soldi versati alle scuole dalle nostre famiglie come contributi volontari? Nelle nostre scuole si fa fatica anche ad avere la carta igienica nei bagni.”