“Risulta, per come sopra dimostrato, dedito a strumentalizzare la propria carica a fini illeciti, predisponendo complesse strategie di procedure amministrative, denotando, pertanto, una pervicace abitualità delittuosa di talché è altamente probabile che compirà altri reati della stessa specie di quelli posti in essere”. Così il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, motiva nell’ordinanza di custodia cautelare il provvedimento restrittivo nei confronti di Luigi De Fanis, da ieri agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta denominata Il Vate, condotta dalla Procura del capoluogo adriatico.
De Fanis, 53 anni, ex sindaco sindaco di Montazzoli (dal 1990 al 1995), è stato assessore della Comunità montana dell’Alto Vastese (dal 1995 al 2000) e assessore comunale ad Atessa. Eletto consigliere regionale dal 2008 (con 5mila 756 voti, il più votato in provincia di Chieti dopo Mauro Febbo), nel gennaio 2011 è stato nominato assessore regionale alla Cultura dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi.
Nel 2008 ha aperto a Vasto un suo comitato elettorale in via San Rocco. Nei mesi scorsi, in quella stessa sede ha incontrato un gruppo di attivisti e dirigenti del Pdl: un incontro pubblico per rilanciare il comitato in vista delle elezioni regionali 2014.
Ermanno Falone, 41enne vastese, dipendente della Asl, si è candidato nel 2011 alla carica di consigliere comunale con la lista di centrodestra Vasto giovani. E’ il legale rappresentante dell’associazione Abruzzo Antico e, in questa veste sarebbe, secondo il gip, “prestanome del De Fanis”. Nelle motivazioni dell’ordinanza di custodia cautelare, si legge che “risulta dedito sistematicamente a concorrere con quest’ultimo nelle condotte illecite; tuttavia il Falone – afferma il giudice – ben potrebbe compiere anche autonomamente analoghi reati, portando a ulteriori conseguenze delittuose quelli in itinere, con il collaudato sistema della associazione Abruzzo Antico attraverso la predisposizione di fatture ‘gonfiate’ finalizzate a ottenere finanziamenti per le attività culturali e concreto, allo stato, appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo il Falone occasionale complice, ma concorrente abituale del De Fanis”.
“Funzionaria infedele ai propri compiti d’ufficio”. Così il gip definisce, invece, Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la Promozione culturale della Regione Abruzzo. “Consapevole del ruolo di De Fanis dietro l’associazione Abruzzo Antico – scrive il magistrato nell’ordinanza – si è adoperata per far ottenere i finanziamenti in favore dell’assessore conoscendo le sovrafatturazioni e potrebbe continuare nella condotta e, anche per lei, concreto, allo stato appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo la Giammarco occasionale complice, ma concorrente abituale di De Fanis”.
Il gip sostiene anche che la segretaria di De Fanis, Lucia Zingariello “svolge mansioni da intermediaria nell’attività illecita posta in essere da De Fanis stesso; anche per lei appare concreto il pericolo di reiterare condotte delittuose analoghe a quelle già accertate a suo carico”.
L’accusatore – A detta del giudice per le indagini preliminari, l’imprenditore Andrea Mascitti, che ha raccontato tutto alla Forestale presentando la denuncia da cui sono partite le indagini, sarebbe stato “chiaramente obbligato a sottostare al singolare meccanismo di ottenimento e liquidazione dei contributi regionali ideato dall’indagato”. Mascitti sarebbe stato “posto di fronte a un aut-aut: o seguire le ‘istruzioni’ dettate dal De Fanis, oppure desistere dall’organizzazione degli eventi culturali ‘…ci vuole per forza tale somma per me… non si può fa’ (cfr. querela in data 3 marzo 2013)”.
L’episodio contestato all’assessore regionale riguarda la vicenda relativa al 26° Salone internazionale del libro di Torino. Una presunta tangente da 1150 euro mai intascata. Ma il reato di concussione si può consumare anche con la semplice promessa.
Secondo la Procura di Pescara, il meccanismo corruttivo era questo: ad ogni preventivo presentato dall’imprenditore al fine di realizzare manifestazioni culturali, il politico proponeva un aumento per poter intascare la tangente. Soldi da versare all’associazione Abruzzo antico, come confermerebbero le conversazioni tra l’assessore e Mascitti registrate da quest’ultimo in accordo con la Procura.
I magistrati sospettano che altri imprenditori potessero trovarsi nella stessa situazione di Mascitti. Lo testimonierebbe un dialogo tra De Fanis e la sua segretaria, riportato nell’ordinanza del gip: “…’sto cretino che non ce la fa a venire.. a passare”, avrebbe detto la Zingariello. “Ma chi?”. “Lu carrozziere?”, avrebbe chiesto l’assessore. “Nooo, no”, sarebbe stata la risposta della segretaria. Quindi De Fanis: “E chi? Croce Rossa?”. Quindi la risposta della segretaria: “Noo..”.
Il politico non avrebbe, quindi, compreso che la donna si riferiva a Mascitti.
Ne deduce il giudice: “La Zingariello, impaziente, reclama i soldi di Mascitti”, scrive il gip nell’ordinanza. “Allarmante è il fatto che parlando la Zingariello per sottintesi, il De Fanis non capisca chi sia il ‘cretino’ che non ce la fa a passare”. Il giudice Maria Carla Sacco ipotizza che: “Evidentemente più di una persona si trova nella stessa posizione di Mascitti, per esempio ‘il carrozziere’, o la ‘croce rossa’. Sono dunque in molti nelle condizioni del Mascitti, a dove ‘passare’ dalla Zingariello o De Fanis”.
Lunedì, negli interrogatori di garanzia, gli indagati avranno la possibilità di chiarire la loro posizione.
La partecipazione al Salone del libro – Così il 15 maggio scorso l’assessore De Fanis, sul suo sito internet personale (www.luigidefanis.it), spiegava la partecipazione dell’Abruzzo con uno stand e alcune iniziative al Salone del libro di Torino: “Una scelta di campo, che abbiamo voluto fare insieme con gli editori abruzzesi da sempre impegnati sul fronte della produzione dannunziana. In questo senso l’Abruzzo vuole promuovere, in una sede importante e qualificata qual è quella del Salone del Libro, una parte importante della propria editoria in un momento di crisi che naturalmente non risparmia neppure questo settore. Con gli editori abruzzesi ci sarà dunque Gabriele D’Annunzio, simbolo della nostra regione e personaggio di primo piano nel panorama letterario e politico del primo Novecento. La ricorrenza dei 150 anni dalla sua nascita deve essere l’occasione per una riflessione attenta sul personaggio e sullo scrittore; a Torino la Regione Abruzzo intende solo assecondare questa riflessione nella certezza di promuovere un aspetto importante della propria cultura”.