Tre milioni e 596mila euro. E’ la batosta che si abbatte sul Comune di San Salvo dopo il verdetto definitivo sul contenzioso col Consorzio Icea (imprese costruzioni edili abruzzesi), durato un ventennio. Una battaglia legale che, tra sentenze e appelli ai successivi gradi di giudizio, ha visto soccombere l’amministrazione comunale. Sull’attuale Giunta Magnacca incombe ora la necessità impellente di reperire le risorse necessarie, altrimenti il Comune rischia il dissesto finanziario.
La vicenda Icea nasce negli anni Ottanta, quando un gruppo di costruttori sansalvesi si unisce, dando vita alla società cooperativa, che intende edificare un complesso residenziale nella zona Peep, prevista dal Piano regolatore a San Salvo Marina, in un’area a Ovest della statale 16. L’amministrazione comunale dell’allora sindaco Arnaldo Mariotti tiene nell’aula consiliare alcuni incontri con gli imprenditori edili locali, anche se la lottizzazione unitaria viene avversata dall’allora opposizione democristiana.
L’Icea, allora, per aggirare le beghe politiche, acquista i terreni e avvia la lottizzazione unica, con l’eslusione di alcuni lotti che, per legge, devono essere destinati a case popolari, salvo conguaglio. Ed è proprio sul prezzo che, agli inizi degli anni Novanta, sorge il conflitto tra impresa e Comune: la prima pretende una somma di denaro pari al valore di mercato degli immobili, mentre l’ente pubblico intende pagarli a prezzo inferiore. Un contenzioso che diventa anche politico, quando alcuni amministratori dell’Icea si schierano con partiti avversi alla maggioranza di centrosinistra: nel Ccd diventa leader Gino Raspa, storico presidente dell’Icea, mentre in Forza Italia il capolista alle elezioni è Angiolino Chiacchia che attualmente, con la vittoria del centrodestra alle elezioni 2011, è vice sindaco di San Salvo.
Il 24 ottobre scorso il Comune viene condannato in via definitiva al pagamento di 3 milioni 596mila euro. Alcuni creditori fanno parte della coalizione che amministra la città o sono politicamente vicini all’amministrazione di centrodestra. Per il giorno 30 ottobre viene prima convocata e poi annullata una conferenza stampa in municipio per spiegare la posizione della Giunta Magnacca, su cui, a distanza di due decenni dall’inizio del braccio di ferro a colpi di carta bollata, si abbatte un macigno pesantissimo, che rischia di mandare in bancarotta il Comune di San Salvo. Da quel momento, sulla vicenda cala il silenzio della politica locale. In attesa di trovare una via d’uscita per evitare il dissesto.