Scongiurata la chiusura a fine anno. Questo il risultato più importante emerso dall’incontro che si è tenuto nella sede di Confindustria a Vasto tra i rappresentanti della Canali, l’azienda che produce giacche e pantaloni, i rappresentanti sindacali e quelli di Confindustria. Al centro dell’attenzione la situazione del Pantalonificio d’Abruzzo, uno dei due rami dello stabilimento di Gissi. I 97 dipendenti dallo scorso gennaio stanno andando avanti con i contratti di solidarietà, lavorando due giorni a settimana, a causa della scarsa richiesta di prodotto.
Da tempo è stata avviata la procedura per trovare un acquirente intenzionato a subentrare nello stabilimento rilevando i lavoratori. Nelle scorse settimane, quando sembrava che un grande gruppo italiano potesse arrivare a Gissi, la trattativa è sfumata. L’azienda aveva annunciato la chiusura per la fine dell’anno, gettando nello sconforto le maestranze.
Lo sciopero della scorsa settimana, a cui hanno partecipato anche i lavoratori del reparto giacche oltre a quelli del pantalonificio, direttamente coinvolti, non ha lasciato indifferenti i vertici dell’azienda del nord Italia. Infatti durante l’incontro, il manager Paolo Greganti e i suoi colleghi hanno dato la disponibilità a proseguire le attività con un altro anno di contratti di solidarietà, fino al gennaio 2015.
“Era l’obiettivo minimo per noi – spiega Giuseppe Rucci della Filctem Cgil-. Una prima risposta è stata data ma chiaramente ci aspettiamo dell’altro. Abbiamo chiesto all’azienda di adoperarsi per arrivare ad una soluzione che permetta ai lavoratori di continuare a lavorare nel futuro. Avremo delle verifiche periodiche ed abbiamo fissato in marzo/aprile 2014 il termine entro cui chiediamo all’azienda delle risposte”. Questo perchè se è vero che i contratti di solidarietà termineranno a gennaio 2015, da quella data cambierà il sistema degli ammortizzatori sociali, con un forte rischio per i lavoratori di restare senza soluzioni.
Questa mattina i tre rappresentanti sindacali, Rucci, Zerra e Musacchio, hanno incontrato i lavoratori nello stabilimento per riferire l’esito dell’incontro. “Era fondamentale che da parte loro ci fosse la condivisione di questo percorso. Hanno dimostrato, anche con la massiccia adesione allo sciopero, che da queste parti c’è voglia di lavorare”.
Se per i lavoratori del pantalonificio questa notizia rappresenta una boccata d’ossigeno, viene monitorato anche quanto accade nel reparto giacche, dove sono impiegate 192 persone. Il 15 novembre ci sarà un incontro in Confindustria per analizzare i dati delle vendite e, laddove le notizie non fossero positive, valutare l’utilizzo della cassa integrazione.