Per andare a Milano, non è rimasto un solo treno diretto dalla stazione di Vasto-San Salvo. Nella migliore delle ipotesi, bisogna cambiare convoglio una volta. Spesso anche due. E, se devi partire alle 20.30, per raggiungere il Nord dall’Abruzzo, devi prima andare al Sud: dalla stazione di contrada San Tommaso, col treno delle 20.33, ti tocca far scalo a San Severo (Foggia), e poi risalire la dorsale adriatica; complessivamente, 10 ore e 37 minuti di viaggio. La stazione fantasma è sempre più deserta.
Treni veloci, neanche l’ombra – I passeggeri si lamentano. E le loro proteste sono confermate dagli orari attualmente in vigore, consultabili sul sito internet www.trenitalia.com. A Vasto-San Salvo non ferma più neanche un Frecciabianca. Per raggiungere Milano si deve cambiare treno.
Vasto-San Severo-Milano – Il sito di Trenitalia suggerisce 17 opzioni con partenza da Vasto-San Salvo e arrivo a Milano (non sempre alla stazione centrale): in 8 casi, bisogna prendere il regionale e far scalo a Termoli; in altri 8, è necessario cambiare a Pescara Centrale.
Ma la soluzione più assurda proposta dal portale internet del gestore delle tratte ferroviarie nazionali è alle 20.33, ora in cui si può salire sull’Intercity 611 per giungere a San Severo alle 21.26, attendere la coincidenza delle 23.24, quando nella stazione della città pugliese ferma il l’IntercityNotte 758 con arrivo a Milano Centrale alle 7.10 del mattino.
Doppio cambio – In altre 9 soluzioni di viaggio fornite da Trenitalia, bisogna cambiare due volte: in 6 casi, si parte da Vasto-San Salvo per far tappa a Pescara Centrale e poi da quest’ultima a Bologna Centrale, prima di ripartire dal capoluogo emiliano con un Frecciabianca o un Frecciarossa alla volta di Milano. In altri 3, bisogna prima viaggiare per una trentina di chilometri dalla parte opposta per raggiungere Termoli.
Politica assente – Il declassamento del Vastese nella mappa dei trasporti su rotaia parte da lontano. Dal 1988, anno dell’unificazione degli scali di Vasto e San Salvo, quando già venivano tagliati due Intercity, allora i treni più rapidi nelle lunghe percorrenze. Ma era solo l’inizio. Il peggio è arrivato da quattro anni a questa parte. Se Vasto, dopo Pescara e insieme a Giulianova, era la seconda stazione più importante d’Abruzzo, oggi è una fermata più che periferica.
Se n’è accorta anche la politica. “Da Foggia a Pescara – ha fatto notare Raimondo Pascale intervenendo domenica 27 ottobre al congresso del Pd vastese – non c’è un progetto di alta velocità. La nostra è, ormai, una tratta di transito. Serve un progetto per questo territorio”. Ma, visto che le Ferrovie da anni tagliano con l’accetta, potrebbe essere ormai troppo tardi.