Fervono i preparativi nella comunità salesiana in vista dell’arrivo dell’urna con le reliquie di Don Bosco (Il programma). Sarà il parroco don Francesco Pampinella a recarsi a Loreto domenica 26 ottobre, dove si concluderà il pellegrinaggio nelle Marche, per accompagnare poi l’urna fino a Vasto. In Oratorio ci sarà l’accoglienza e poi tanti appuntamenti fino a lunedì sera, quando l’urna ripartirà alla volta di Ortona.
Si avvicina l’appuntamento con Don Bosco, come vi state preparando?
La comunità sta lavorando già da molto tempo per valorizzare al massimo il tempo che abbiamo, di fatto una giornata intera, dalle 19 di domenica alle 19 di lunedì. Ore intense per dare la possibilità a tante persone, soprattutto ai giovani, di poter incontrare Don Bosco e pregare davanti a lui. Stiamo lavorando con tutti i collaboratori, c’è tanto entusiasmo, tanta emozione. Siamo contenti che Don Bosco sia presente qui a Vasto, anche se per poco tempo sarà un tempo di grazia.
Questo pellegrinaggio mondiale è iniziato nel 2009 e porterà il mondo Salesiano a festeggiare nel 2015 il bicentenario della nascita del suo fondatore. E’ anche l’occasione per essere sempre più presenti in una Chiesa che cambia?
Credo che il testimone che ci ha lasciato Don Bosco sia ancora attuale, il suo messaggio è attuale, perchè mette al centro, all’attenzione del cuore di ogni persona e dei Salesiani i giovani, inteso come l’interesse totale alle persone giovani, non solo a livello religioso ma a livello sociale. E’ dire ancora una volta alla gente che i giovani sono la nostra ricchezza. Molti dicono “i giovani sono il nostro futuro”. Per me Don Bosco dice: “i giovani sono il presente”. Noi dobbiamo spendere tutte le energie al servizio dei giovani, questo vuol dire collaborare con la famiglia, con le istituzioni, perchè da solo nessuno può aiutare il ragazzo a crescere, in un tempo che porta tanti messaggi negativi, in cui l’incontro personale sta scomparendo per via del web, che è una ricchezza ma a volte è anche un limite. La presenza di Don Bosco ci dice che dobbiamo essere presenti in mezzo ai giovani, in un mondo che sta correndo tanto. I giovani che sono la nostra ricchezza ed è a loro che dobbiamo dare il meglio così che capiscano che sono al centro dei pensieri e del cuore di ogni adulto che è interessato a loro.
Nell’urna che sta compiendo il pellegrinaggio ci sono alcune reliquie del Santo, mentre il corpo è custodito a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice. Perchè è importante questa “presenza”?
Una parte è sempre una parte del tutto. Ci ricorda la presenza di un Santo vissuto in un tempo in cui i giovani venivano sfruttati, messi da parte, usati solo come forza lavoro, non aiutati a crescere, a studiare. E lui ha speso la sua vita al loro servizio. E’ come se Don Bosco fosse qua. Mi viene il riferimento al miracolo eucaristico di Lanciano, dove in una piccola parte poi c’è tutto Gesù. Giovanni Bosco è il Padre, Maestro ed Amico dei giovani. Abbiamo la possibilità di pregare e illuminarci come educatori nel seguirlo, nell’imitarlo e nel mettere in pratica quello che lui ha insegnato, che è attualissimo.
Sarà un appuntamento per tutta la città. Per due giorni l’opera salesiana, che si avvia a festeggiare i suoi 50 anni di presenza a Vasto, sarà il cuore della Chiesa cittadina.
Grazie al lavoro dei confratelli del passato e alla collaborazione di tanti bravissimi laici, che ancora oggi continuano a vivere la corresponsabilità educativa, l’istituto Salesiano è ancora al centro dell’agire educativo. La collaborazione di tutti è importante. Io sottolineo il fatto che la presenza di Don Bosco ci ricorda che se vogliamo educare i ragazzi noi adulti dobbiamo stare con loro. Non è possibile che i ragazzi vivono in luoghi e in posti dove non ci sono adulti. La parrocchia, l’oratorio, sono i posti dove i ragazzi devono incontrare gli educatori., non deve essere uno spazio libero, aperto, dove i giovani possono stare da soli. Io dico sempre che tra la piazza e l’oratorio non c’è differenza nel momento in cui non ci sono presenze educative. Il valore grande dei Salesiani è proprio questo: stare sempre con i giovani nella corresponsabilità con gli adulti. Le famiglie devono capire che portare i giovani in oratorio significa che anche loro hanno la corresponsabilità con tutta la comunità educativa pastorale. Non è solo una nostra responsabilità ma deve essere una responsabilità di tutti. La presenza educativa è importante, ancora più di ieri. Se prima nella società degli adulti erano naturali punti di riferimento, oggi è più così. Per questo dico che noi dobbiamo stare con i ragazzi in tutto quello che vivono, in ogni cosa, non possiamo lasciarli soli.
Il sistema educativo preventivo ideato da Don Bosco è apprezzato anche dai non cristiani. Perchè ha questa forza universale?
La ricchezza del sistema educativo di Don Bosco è che al centro c’è la persona, andando oltre al colore della pelle, alla religione, al centro c’è il cuore. Lo scopo è quello di aiutare a crescere con i valori umani. Se togliamo al decalogo i primi comandamenti, gli altri sono tutti valori umani: il rispetto di se stessi, degli altri, vivere una vita onesta. Don Bosco questo ha insegnato e lo dimostra il fatto che i Salesiani sono presenti in terre dove non ci sono cristiani.
Il programma della presenza dell’urna con le reliquie di Dom Bosco a Vasto.