All’inizio, nel 2006, erano dei dissuasori sferici sistemati per evitare che auto e motorini salissero su aree pedonali e marciapiedi della riviera di Vasto Marina e ostruissero gli accessi per disabili. Ma presto fu evidente che, non essendo fissate all’asfalto, quelle che vennero subito ribattezzate le palle del lungomare venivano facilmente spostate da automobilisti indisciplinati.
E così, il Comune decise di rimuovere gli ormai ex dissuasori dalla sede stradale, sistemandoli sui marciapiedi e cambiandone la finalità: non più deterrente contro l’occupazione delle zone interdette ai veicoli, ma ornamento che, a dire la verità, non è mai piaciuto ai vastesi.
Attualmente, disposti alla rinfusa, in alcuni casi imbrattati e rimaneggiati, i dissuasori a boccia sono diventati degli obbrobri in lungomare Cordella, dove sedili, mattonelle e vetrate delle ringhiere sono entrati già da tempo nel mirino dei vandali.
In altri Comuni esiste un regolamento per l’installazione di dissuasori differenti a seconda delle zone della città; ad esempio a Genova, dove l’amministrazione ha approvato un documento recante le linee guida per dissuasori: nella città della Lanterna quelli sferici (in ghisa con piccolo basamento circolare, non a parallelepipedo) sono destinati ad “ambiti storici e monumentali”, mentre sono vietati i dissuasori a panettone (perché “di scarsa qualità”), come quelli che, fino al 2012, erano installati nel cuore di Vasto, in piazza Rossetti, prima dei mega vasi contenenti piante d’ulivo, anch’essi poco graditi ai vastesi.