“La proprietà ci ha comunicato che la trattativa con il nuovo soggetto è saltata all’ultimo momento, non ci ha dato indicazioni su come andare avanti e, soprattutto, non vuole tornare indietro circa la volontà di cessare l’attività. Questo è inaccettabile, non tanto e non solo per quello che le maestranze hanno dato nei passati vent’anni, ma soprattutto perché riteniamo che un grande gruppo come Canali debba trovare soluzioni alternative al suo interno. Canali ha diversi stabilimenti situati nelle Marche e in Brianza e la sua forza è sempre stata quella del Made in Italy, della elevata professionalità e relativa qualità del prodotto”. E’ il duro commento dei Giuseppe Rucci (Filctem-Cgil), Franco Zerra (Femca-Cisl) e Claudio Musacchio (Uiltec-Uil).
“Già nella mattinata odierna, dopo l’assemblea, ci sono state delle proteste dinanzi agli uffici dello stabilimento, dove era presente il responsabile del personale del gruppo, Mario Greganti. La preoccupazione è forte anche per il resto del sito: il reparto giacche ha circa 300 lavoratori, tant’è che venerdì mattina è prevista un’assemblea anche con loro per analizzare la situazione. Successivamente valuteremo il calendario di mobilitazione e il coinvolgimento delle istituzioni, auspicando che ci si renda conto, fattivamente, che la Val Sinello sta morendo, unitamente a tutto il territorio. Sicuramente – concludono i sindacalisti – nell’iniziativa politica di venerdì 25 ottobre a difesa di quest’area industriale, oltre ai lavoratori ex Golden Lady ci saranno altre cento famiglie preoccupate”.