La difesa ha presentato istanza di revoca della detenzione in carcere chiedendo, in alternativa, gli arresti domiciliari.
Si avvicina il processo per gli indagati della rapina messa a segno nel dicembre 2012 sul tratto vastese dell’autostrada A14. Un commando armato di fucili a pompa e kalashnikov seminò il panico sulla carreggiata sud dell’arteria adriatica, disseminando l’asfalto di chiodi a cinque punte, bloccando il traffico e assaltando il furgone portavalori della società Aquila di Ortona. Bottino: circa 600mila euro, 270mila dei quali recuperati dagli investigatori nel corso delle indagini, coordinate dai sostituti procuratori Giancarlo Ciani ed Enrica Medori.
Per quell’inquietante raid sono stati arrestati Matteo Morra, Vincenzo Costantino Vincenzo, Simone Di Gregorio Simone, Cono Surace e Antonio Patruno.
Sono accusati, a vario titolo, di concorso in tentato omicidio aggravato, rapina, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e parti di essa, ricettazione e incendio doloso.
“Entro 20 giorni dobbiamo decidere se richiedere il processo con rito abbreviato”, dice l’avvocato difensore, Giovanni Cerella. “Intanto, ho presentato istanza di revoca della misura restrittiva o, in subordine, la sua commutazione in arresti domiciliari”.