Inizierà il prossimo 22 ottobre il processo ad Hamid Maathaoui, il 36enne marocchino arrestato per l’omicidio di Michela Strever, la 73enne legata e soffocata in casa a Vasto, nella sua casa di via Villa de Nardis, il 19 dicembre del 2012.
Accolta la richiesta dell’avvocato difensore, Nicola Artese: il procedimento penale si svolgerà con rito abbreviato. La famiglia Strever si costuirà parte civile tramite il suo legale di fiducia, Arnaldo Tascione.
La scorsa estate la Procura aveva ottenuto il giudizio immediato, che viene chiesto dalla pubblica accusa nei casi in cui ritiene di avere prove schiaccianti nei confronti dell’indiziato, è stato fissato dal gip per il 16 ottobre dinanzi alla Corte d’Assise di Lanciano. “Ma chiederò il giudizio abbreviato per svolgere il processo dinanzi al gup del Tribunale di Vasto”, annuncia il legale dello dello straniero arrestato a Barletta, dove si era rifugiato da alcuni connazionali, il 28 febbraio scorso. Al termine di una serie di attività investigative svolte anche attraverso le intercettazioni telefoniche, i militari del maggiore Giancarlo Vitiello, in collaborazione con i loro colleghi di Trani, hanno fatto scattare le manette ai polsi del 36enne, che risiedeva a Vasto dal 2007.
Giunge, dunque, alla fase processuale l’inchiesta svolta dai sostituti procuratori Giancarlo Ciani ed Enrica Medori sotto il coordinamento del procuratore capo, Francesco Prete.
L’unico accusato del delitto di via Villa de Nardis, nelle campagne a Nord-Ovest di Vasto, dove si trova la casa della vittima, è Maathaoui. Ai magistrati ha reso “un’ampia confessione”, ha spiegato Ciani nella conferenza stampa del 28 febbraio, quando è stato annunciato l’arresto del 36enne.
Ai giudici l’indiziato ha dichiarato che era andato lì per rubare, ma ha anche aggiunto che la donna, al momento in cui lui ha lasciato l’abitazione, sarebbe stata ancora viva e con le mani slegate.