Ore 16.30 – “La parte civile è appagata dalla condanna per omicidio, che avevamo chiesto in giudizio, anche attraverso le perizie da noi presentate”. Lo affermano Giovanni e Antonino Cerella, avvocati della famiglia di Albina Paganelli, la 68enne uccisa il 14 agosto 2012 da Vito Pagano, condannato oggi in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione. “La vicenda giudiziaria, però, non è ancora conclusa, visto che la Procura presenterà appello in secondo grado contro l’assoluzione dall’accusa di calunnia”.
Ore 15 – “Sull’ipotesi di calunnia, è stata accolta la nostra tesi circa l’insussistenza dell’elemento soggettivo, mentre riguardo all’accusa di omicidio, il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche, prevalenti sulle contestate aggravanti”. Così commenta la sentenza l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis ha difeso in giudizio Vito Pagano. “Su questa sentenza hanno influito il comportamento del nostro assistito, che ha ammesso le sue responsabilità, e il fatto di aver offerto la sua casa a titolo di risarcimento danni. Inoltre – sottolinea Cieri – i periti nominati dal giudice hanno affermato che Vito è malato”. Affermazione, quest’ultima, che è stata oggetto di un botta e risposta in aula tra lo stesso Cieri e il pm Medori nelle repliche conclusive.
E’ praticamente certo il secondo grado di giudizio: la Procura farà ricorso alla Corte d’appello dell’Aquila.
Ore 14.30: LA SENTENZA – Dopo due ore di camera di consiglio, il gup del Tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, legge in aula la sentenza: Vito Pagano è condannato a 15 anni e 4 mesi per l’omicidio di Albina Paganelli. Il giudice ha altresì condannato l’imputato al risarcimento del danno, da quantificarsi in separata sede, al pagamento di una provvisionale da 10mila euro e di 3mila 600 euro di spese processuali. Pena accessoria: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Vito Pagano è stato, invece, assolto dall’accusa di calunnia perché il fatto non sussiste.
Ore 12.30 – Il pm Enrica Medori, rimettendosi alle conclusioni del 7 maggio scorso, ha chiesto per l’imputato la condanna a 30 anni di reclusione. Gli avvocati difensori di Pagano, Fiorenzo Cieri e Clementina De Virgiliis, hanno chiesto invece il minimo della pena. Il giudice Anna Rosa Capuozzo si è ritirata per deliberare,
L’attesa – E’ il giorno della sentenza sull’omicidio di San Salvo.
L’udienza della scorsa settimana è servita ad acquisire i risultati del supplemento di perizia, eseguito dai docenti universitari di Bari Felice Carabellese e Maria Latecola, ha dato il suo responso: Vito Pagano era capace d’intendere e di volere al momento in cui è avvenuto l’omicidio di San Salvo dove, il 14 agosto 2012, è stata uccisa con 18 coltellate Albina Paganelli, 68 anni, nella sua casa di via Fedro.
I periti nominati dal gup, Anna Rosa Capuozzo, “sono giunti a queste conclusioni: il nostro assistito ha la capacità d’intendere e di volere, ma è affetto da alcune patologie di cui nella sentenza si dovrà tenere conto, cioè la tossicodipendenza associata a un disturbo della personalità. Noi in udienza presenteremo una perizia di parte”, ha detto l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis difende l’imputato.
I legali di parte civile sono Giovanni e Antonino Cerella, che rappresentano i familiari della vittima.