“Qui ci cade la casa addosso. Siamo molto preoccupati”. Lo stato di allerta nella palazzina Ater di via Pennaluce 15, a Punta Penna, sta raggiungendo i livelli di guardia. Ormai da mesi i residenti dello stabile devono convivere con infiltrazioni di umidità da far spavento e con le crepe che si aprono nelle pareti. Diversi anni fa il palazzo fu oggetto di ristrutturazioni. All’esterno sono visibili delle “croci” metalliche posizionate tra i corpi dell’edificio per rinforzarne la struttura. “Le hanno messe anche internamente, dentro alle pareti – spiega la signora che abita al primo piano ed è la più preoccupata di tutti -. Ma secondo me hanno avuto solo l’effetto di appesantire il palazzo“.
L’edificio conta 8 appartamenti, 7 ancora in mano all’ente e per cui i residenti pagano l’affitto ed uno di proprietà dell’inquilino che ci vive. I danni sono evidenti. C’è una parete interna che, dal primo all’ultimo piano, presenta delle crepe preoccupanti. “Le abbiamo viste aumentare settimana dopo settimana“, raccontano i residenti. Nella stanza da letto del primo piano il tecnico dell’Ater che da qualche tempo viene a monitorare la situazione ha posizionato un fessurimetro che registra gli eventuali movimenti della crepa.
Al secondo piano l’inquilino ha adottato una soluzione più artigianale, riempiendo di calce la crepa per vedere se ci saranno nuove rotture determinate dal movimento. Al terzo piano la situazione non è da meno. Dagli stipiti delle porte sono caduti calcinacci, il pavimento nel corridoio è “ondulato”, una sensazione che si avverte chiaramente, anche perchè le porte non si aprono più. Ma bastano le immagini (pubblicate nella galleria fotografica) per evidenziare come questo palazzo abbia bisogno di interventi urgenti, per la sua stabilità e per le infiltrazioni che stanno riducendo le stanze delle abitazioni in uno stato pietoso.
Le immagini di case che si sono accartocciate nel giro di pochi attimi si presentano alla mente di chi abita in questo palazzo. “Ci dicono di stare tranquilli, che non c’è pericolo di crollo. Ma abbiamo paura“. Il rischio è che si evidenzino danni talmente gravi da rendere necessario lo sgombero dello stabile. Per questo sono continue le sollecitazioni all’Ater. “Ho già scritto una volta e non mi hanno neanche risposto”, dice amareggiato l’inquilino del secondo piano. Con la preoccupazione che sale i residenti stanno valutando come agire per poter risolvere una situazione che non fa dormire loro sonni tranquilli.
Dopo le case del quartiere San Paolo, con diverse segnalazioni ricevute nei mesi scorsi (caso1, caso2, caso3, caso4), ora tocca ai residenti di Punta Penna farsi sentire, con l’ente che non riese a far fronte ad una gran quantità di case costruite negli anni e che avrebbero bisogno di manutenzione. “L’appello è a tutte le istituzioni competenti affinchè ci aiutino a risolvere il nostro problema”, chiedono da Punta Penna.
Foto – Casa popolare pericolante a Punta Penna
Casa popolare pericolante a Punta Penna