L’autolavaggio di via San Michele è chiuso. Secondo gli investigatori, era la base logistica di un’organizzazione che aveva a Vasto il suo centro di smistamento della droga destinata al Vastese e non solo.
Stando ai risultati delle indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Chieti insieme ai loro colleghi della Compagnia di Vasto, ogni mese cocaina, eroina, marijuana, hashish e metadone partivano dai Balcani: gli stupefacenti venivano importati dalla malavita albanese, sbarcavano a Bari e da lì risalivano la costa adriatica fino a giungere in città. I militari ne hanno sequestrati cinque chili, “per un valore di circa 200mila euro”, ha spiegato il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia di Vasto.
Il day after delle 10 ordinanze di custodia cautelare è il giorno in cui gli indagati attendono di essere interrogati. Sarà la Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila a scandire i tempi, comunicando agli avvocati difensori, Giovanni Cerella e Massimiliano Baccalà, le date degli interrogatori. Gli inquirenti sono convinti di avere una base solida a sostegno del quadro accusatorio: ore e ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, di cui la difesa attende di conoscere le trascrizioni per poter elaborare la linea difensiva.
Secondo i militari, l’organizzazione “si avvaleva di una fitta rete di collaboratori e pusher operanti sia nell’hinterland vastese che in altre regioni italiane”. Ora il cerchio potrebbe stringersi anche attorno ad altre persone.
La notizia di ieri – Ha preso il via nel 2011 l’operazione denominata Car Wash. “L’arresto di un 45enne vastese con 77 chili di marjuana in Lombardia – ha spiegato il colonnello Salvatore Ronzo– ha fatto porre l’attenzione sui traffici di stupefacenti in transito per questo territorio. Preciso che si tratta comunque di due filoni d’indagine distinti”.
Da quel momento sono partite le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila. “L’attività investigativa è stata brillantemente condotta dai militari della Compagnia di Vasto – ha sottolineato il colonnello-, utilizzando diverse tecniche, tra cui le intercettazioni telefoniche e ambientali“. Il gruppo organizzato era comunque ben attrezzato. “Nel corso delle perquisizioni -ha spiegato il maggiore Giancarlo Vitiello – abbiamo trovato dei walkie talkie che utilizzavano per comunicare tra di loro e diversi strumenti atti a rilevare la presenza di apparecchi per le intercettazioni. Non abbiamo trovato armi”.
Resi noti i nomi degli arrestati. Di alcuni i carabinieri hanno fornito solo le iniziali. I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare sono: Alessandro Astro, 32 anni, di Napoli, proprietario di un autolavaggio di Vasto ritenuto dagli investigatori base logistica dell’organizzazione; Massimiliano Cagnazzo, 42 anni, di Lecce; Michele Ciccotosto, 47, di Vasto; Sergio Delle Donne, 40, di Vasto; C.G., 21, di Vasto; Andrea Florio, 35, di Vasto; Mirko Di Giacomo, 31, di Vasto; Luigi Satalino, originario di Bari, 50 anni; Giovanni Giuliano, 36 anni, originario di Napoli; D.V.E., 34enne di San Salvo.
“L’indagine, nata nel novembre 2011 – ha spiegato Ronzo – è scaturita dall’arresto di un 45enne di Vasto fermato in Lombardia mentre trasportava 77 chili di marijuana. Ricostruendo le frequentazioni dell’uomo, i militari dell’Arma sono riusciti a individuare un autolavaggio ubicato a Vasto e considerato dagli investigatori la base logistica dell’organizzazione. Proprietario di questo autolavaggio era Alessandro Astro, noto alle forze dell’ordine e legato alla criminalità campana. Quest’ultimo – affermano i militari – era in affari con Cagnazzo e Ciccotosto. Astro e Cagnazzo, dopo aver scontato condanne per reati gravi, avevano scelto ormai da tempo di vivere stabilmente a Vasto”.
I tre “erano gli organizzatori e promotori dell’attività illecita svolta dall’organizzazione che, come ricostruito dagli investigatori, si avvaleva di una fitta rete di collaboratori e pusher operanti sia nell’hinterland vastese che in altre regioni italiane, in particolar modo Puglia, Molise e Lombardia. A rifornire l’organizzazione di droga era un clan albanese, di stanza in provincia di Bari, che importava lo stupefacente direttamente dai Balcani”.
Su richiesta di David Mancini, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, i carabinieri hanno eseguito stamani le 10 ordinanze di custodia cautelare. Cagnazzo era già detenuto per altri motivi nel carcere di Pescara.