“I reati e tutte le brutte cose non hanno nazionalità”. Hamid Hafdi, mediatore culturale e anima del Tavolo per il dialogo interreligioso e la pace tra le culture appena costituito a Vasto, lancia un messaggio di tolleranza.
“Gli stranieri vengono visti come portatori di criminalità? E’ normale che accada. Noi stessi per primi dobbiamo cercare di essere bravi”, dice il rappresentante della religione islamica al termine della prima conferenza ufficiale del Tavolo, svoltasi ieri a Palazzo D’Avalos. Hamid vive a Vasto dal 1986.
“Da anni cerchiamo di promuovere il dialogo. Da tre mesi lavoriamo per trasmettere questa condotta anche ai ragazzi. Io ci credo tanto. Il Tavolo per il dialogo interreligioso serve proprio al dialogo. Ci siamo visti e parlati, decidendo di avviare questo percorso. A breve metteremo in atto la prima iniziativa. Stiamo anche cercando di coinvolgere il prete ortodosso residente a Vasto perché la comunità rumena possa partecipare a questa iniziativa. Il Tavolo, il primo in Abruzzo, è un treno aperto, chi vuol salire ben venga. Tutto dipende dalla volontà delle persone”.
“Nelle scuole di Vasto – spiega Anna Suriani, assessore alle Politiche sociali – l’integrazione già esiste. I problemi nascono dopo, tra adulti. Su questo dobbiamo lavorare”.