Come ogni anno, nella ricorrenza del 4 ottobre, San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, i ragazzi-ospiti, nelle varie strutture Abruzzesi e del vicino Molise, della Fondazione Padre Alberto Mileno, “Istituto San Francesco d’Assisi”, di Vasto Marina si sono ritrovati nella chiesa della struttura centrale dell’Istituto per festeggiare la solennità del poverello d’Assisi, con una santa messa celebrata dal direttore della Fondazione Padre Franco Berti, insieme ai confratelli Padre Luigi, Padre Simone e Padre Raffaele il quale ha 90 anni.
La celebrazione è stata ancor più bella e toccante, in quanto animata dalla drammatizzazione di cui si sono resi protagonisti gli ospiti della struttura, preparati con cura, passione e dedizione dai vari operatori che quotidianamente prestano la loro all’interno della struttura.
Svoltasi in una scenografia che rappresentava la chiesa dove il famoso crocifisso parlò a San Francesco chiedendogli di riparare la sua chiesa. La drammatizzazione ha ripreso l’invito di Papa Francesco, che attraverso dieci mini encicliche ci richiamano a rivolgere il nostro sguardo verso il signore, encicliche che sono state rappresentate con pezzi di pietra con cui Francesco riparò la chiesa. Molto significativi e belli anche i costumi, preparati dal reparto interno delle ragazze assistiti dalle loro educatrici.
Nell’omelia il celebrante ha sottolineato che : “Siamo lontani dall’aver capito il vangelo e dal metterlo in pratica, resta utopia essere veri cristiani, Il Papa ci ricorda invece quello che deve fare un cristiano” ha definito il Papa: “Novello San Francesco perchè ha realizzato l’utopia di fare le cose semplici , puntare all’essenziale, presentarsi piccoli per essere amati di più dal Signore”.
La celebrazione si è conclusa con l’offerta di alcuni doni realizzati nei vari laboratori occupazionali delle strutture ai Padri francescani.
Momenti toccanti, che meriterebbero molta piu’ attenzione, in particolar modo da chi è chiamato a fare scelte sanitarie in questo periodo, i quali sono interessati solo alla quadratura dei conti e alle scelte crude e fredde senza rendersi conto di quanta umanità queste persone riescono a dare se seguiti e non abbandonati a se stessi o tanto peggio mandarli in delle strutture dove si aspetta il domani che sarà uguale a quello di ogge che è stato uguale a quello di ieri.
Camillo De Felice