“Ha confessato”, dice a ZonaLocale l’avvocato difensore, Giovanni Cerella. Ha ammesso di aver rapinato e accoltellato un ragazzo di vent’anni in via del Porto il 24enne italoamericano denunciato dalla polizia di Vasto il 4 settembre scorso, a distanza di 15 ore dall’aggressione ai danni del figlio di un noto commerciante vastese.
L’indagato aveva chiesto di essere interrogato dal pm titolare dell’inchiesta, Giancarlo Ciani. Dinanzi al magistrato “ha confessato tutto quello che ha commesso”, conferma l’avvocato. Sono state le macchie di sangue sulla camicia, che aveva gettato subito la colluttazione con la vittima, a incastrare il 24enne, che già aveva destato forti sospetti nei medici del pronto soccorso dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, dove era andato a farsi curare le ferite.
La notizia del 4 settembre – Con l’accusa di rapina a mano armata, gli agenti del Commissariato di via Bachelet hanno denunciato F.O.S., 24 anni, ritenuto responsabile dell’aggressione ai danni di un ragazzo di 20 anni, figlio di un commerciante vastese.
Gli investigatori hanno ritrovato anche la camincia insanguinata del 24enne.
“Alle 22 di ieri, un tranquillo ragazzo vastese di 20 anni usciva di casa per una serata con gli amici”. Così inizia la ricostruzione dei fatti contenuta in un comunicato di Cesare Ciammaichella, vice questore di Vasto. “Appostato dietro i bidoni della spazzatura adiacenti allo stabile in cui abitava, era nascosto l’aggressore con il volto coperto, spessi occhiali da vista neri e scurati e si corporatura robusta. L’aggressore, senza proferire parola, fronteggiava la vittima con un balzo repertino e, restando a poca distanza, agitava un coltello prima per minacciarlo e poi per iniziare a colpirlo. Per tutta risposta, la vittima reagiva furiosamente nascendone una forte colluttazione tra i due. Nella foga dello scambio dei colpi, la vittima perdeva il portafoglio contenente documenti e 70 euro che veniva recuperato dall’aggressore un attimo prima della fuga al termine del furioso scontro. La vittima è rimasta ferita alle dita della mano destra, alla testa e al torace con lesioni da arma da taglio e, quindi, poco dopo si portava presso il pronto soccorso”.
Giunti sul posto, gli agenti si sono fatti “descrivere l’autore del reato, ricostruendo l’accaduto nella sua dinamica cronologica. Trattandosi di una rapina poco lineare seguita da una violenta colluttazione, era verosimile che anche l’aggressore potesse essere rimasto ferito”. E così è stato: “Siccome verosimilmente di nazionalità straniera e da poco sul territorio italiano, era probabile che ricorresse anche lui alle cure dei sanitari. Non a caso – sottolinea Ciammaichella – proprio un’ora dopo un giovane con i tratti corrispondenti a quelli dell’assalitore entrava nel pronto soccorso per farsi medicare lesioni compatibili con quelle della ricostruita colluttazione con la vittima. Ad aspettarlo al pronto soccorso non vi erano solo i medici, ma anche gli operatori del Commissariato, che hanno immediatamente avviato le indagini in modo più approfondito. Tra le tante contraddizioni fornite nel giustificare i suoi movimenti della serata, le false dichiarazioni, i testimoni delle abitazioni circostanti, l’aver gettato la camicia che indossava al momento del fatto e le macchie di sangue sui vestiti, non è stato difficile per gli investigatori ricostruire le sue responsabilità” e denunciarlo.