Da Carlo Iuculano, presidente della Edos srl, replica a Gabriele Cerulli.
“La Edos S.r.l apprende con stupore e ovvio rammarico le dichiarazioni del signor Cerulli relativamente all’asserito ‘menefreghismo’ della Società. Uno stupore che deriva dalla consapevolezza di aver espletato con rigore e correttezza ogni singolo passaggio della, purtroppo inevitabile, procedura di licenziamento per esubero di personale nel settore amministrativo; procedura espletata in perfetto adempimento di quanto previsto dalla normativa vigente e i cui passaggi possono essere brevemente riassunti come di seguito:
– 23.05.2013: avvio procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale – comunicazione ai sensi degli artt. 4 e 24 legge 23 luglio 1991, n. 223;
– 07.06.2013: esame congiunto con le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze dei lavoratori e conclusione della fase aziendale;
– 04.07.2013: esame congiunto in sede istituzionale presso la Regione Abruzzo, incontro aggiornato alla data del 10.07.2013;
– 10.07.2013: prosecuzione esame congiunto in sede istituzionale presso la Regione Abruzzo. Le Organizzazioni Sindacali, considerata l’impossibilità aziendale di ricorrere a CIG in deroga, “confermano integralmente sui criteri e contenuti già stabiliti nel verbale di riunione dello scorso 7.06.2013, nonché sugli accordi ivi raggiunti”;
– 11.07.2013: lettere di recesso ai dipendenti inviate tramite raccomandata1
– 16.07.2013: chiusura della procedura L. 223/1991 con comunicazione Raccomandata/PEC a tutti gli enti e soggetti interessati, nei termini ed ai sensi di legge.
Tutto quanto sopra è, ovviamente, documentato e agli atti. Per questo, in qualità di Presidente della Società, ho verificato personalmente e posso ribadire e confermare, con certezza e consapevolezza, che la procedura è stata espletata correttamente e “rispettata in ogni suo singolo passaggio” avendo Edos S.r.l ottemperato con tempestività a ogni adempimento sulla medesima incombente, rimettendo agli enti competenti tutte le informazioni necessarie affinché i medesimi potessero provvedere a deliberare la documentazione conseguente inerente alla mobilità, come graniticamente attestato e confermato dalla documentazione tutta relativa alla procedura stessa. Mi è pertanto difficile comprendere tali sorprendenti illazioni e accuse che, ovviamente e inevitabilmente, non potranno che essere valutate nelle opportune sedi”.