E’ stato ammonito per stalking dal questore di Chieti, Filippo Barboso, l’uomo che il 30 giugno scorso ha messo fuoco all’automobile della moglie, con la quale è in corso una causa di separazione.
Il questore ha “ammonito il marito a desistere dal compiere atteggiamenti persecutori. L’ammonimento – spiega Barboso – prevede che, in caso di inottemperanza, scatti l’arresto”.
La notizia del 5 settembre – Denunciato l’autore di un incendio doloso di un’automobile in via Giulio Cesare il 30 giugno. La vettura in questione era la Mini Cooper di E.M., di una donna di origine filippina. Le indagini della polizia hanno consentito di scoprire il responsabile del reato. Si tratta dell’ex marito della donna. Nei suoi confronti è scattata una denuncia per il reato di incendio doloso aggravato in concorso. “Non possiamo dare le sue generalità perchè stiamo continunando le indagini – ha spiegato il vice questore Cesare Ciammaichella – per approfondire la vicenda. L’uomo, secondo quanto emerso, non ha agito da solo. Ma sul suo complice è necessario compiere degli accertamenti”.
Le cause – All’origine del gesto dell’uomo ci sarebbero litigi di coppia. “La donna aveva presentato diverse denunce per violenze subite. Uno dei motivi ricorrenti erano le minacce del marito ti ammazzo di botte e ti do fuoco – spiega Ciammaichella-“. La coppia era giunta quindi alla separazione, anche se la conflittualità non è diminuita. Fino al 30 giugno, quando l’uomo si era presentato a casa dell’ex moglie, in via Giulio Cesare. “La donna ci ha riferito che probabilmente aveva abusato di alcol. Di fronte al suo rifiuto a farlo entrare lui ha reiterato le minacce, comprese quelle di appiccare il fuoco all’auto”.
La dinamica – A quel punto, l’uomo, secondo la ricostruzione della polizia, si è recato in un bar di corso Mazzini. E’ qui che il denunciato sostiene di essere rimasto per tutto il pomeriggio. E invece, secondo quanto ricostruito dalla polizia con testimonianze e soprattutto con le riprese delle telecamere di videosorveglianza del bar, l’uomo e un suo complice si sono allontanati e poi sono tornati. “Dall’esperimento giudiziale – spiega il vice questore – hanno avuto a disposizione il doppio del tempo necessario per poter arrivare in via Giulio Cesare, appiccare il fuoco alla Mini e tornare indietro”.
L’appello – “Di fondamentale importanza per le indagini – ha spiegato Ciammaichella – sono state le testimonianze raccolte e le telecamere di videosorveglianza del bar. Sono due punti che ritengo fondamentali. In questo tipo di reati, che potenzialmente possono compiere tutti, poter ricevere informazioni da chi ha visto qualcosa è molto importante. Ma ancora più importante, è a mio avviso, è la videosorveglianza, che ancora una volta si è dimostrata uno strumento utile all’individuazione dei responsabili di un reato”.