La stagione arbitrale vastese ha già preso il via, nel fine settimana iniziano anche la Prima e la Seconda Categoria, che vedranno impegnati molti direttori di gara della sezione Aia di Vasto della quale Nicola Molino è presidente da 6 anni. Al suo secondo mandato, Molino ha iniziato in campo nel 1988 nell’organico tecnico regionale, per arrivare ai campionati di Eccellenza e Promozione.
In seguito è stato per 4 anni assistente in Can D e successivamente ha svolto per altri 3 anni il ruolo di componente della Commissione disciplina regionale. Nel 2007 è stato eletto alla massima carica, questa è la sua 25esima stagione nell’Aia, 14 delle quali passate in campo.
Una lunga carriera culminata con la presidenza di una grande sezione.
La gente conosce l’arbitro con il fischietto, quello che vede la domenica in campo e basta, ma è importante sapere che noi abbiamo un’associazione con 211 sezioni in Italia, svolgiamo attività associativa dal lunedì al venerdì prima del weekend prettamente sportivo e tecnico. Abbiamo il polo di allenamento al campo di Vasto Marina dove gli arbitri si allenano, ma non svolgono solo funzione sportiva atletica, ma anche di aggregazione. A Vasto siamo circa 100 associati, 35 di questi svolgono attività regolare. Se si considera che nei 100 ci sono anche gli osservatori, che non devono più svolgere una funzione atletica, è un numero è abbastanza alto. Terminato il percorso di campo è comunque molto importante rimanere in associazione.
Un gruppo che va dai 15 ai 70 anni, con tanti arbitri validi.
Un bellissimo gruppo, tra loro Angelo Giancola che ha svolto tutta la trafila arrivando nella massima serie e che al termine dell’ultima stagione è uscito per limiti di età a 36 anni. Purtroppo oggi l’età massima per arbitrare si è abbassata. Abbiamo anche Giuseppe De Filippis, 30 anni, assistente in Can Pro. Adesso Giancola è stato inserito dall’Aia in un altro ruolo dirigenziale a lui confacente, esiste infatti un progetto Fifa ripreso dall’Uefa in cui dei referenti vengono nominati “mentor”, devono scoprire e vengono assegnati loro dei “talent”. In Abruzzo ci sono quattro “talent”, in base alla dimensione delle regioni, e ce n’è uno anche a Vasto, Giorgio D’Agnillo, 16 anni, arbitra in Prima Categoria. Sono scelti in base alle loro prospettive future e all’anagrafica in paragone alla categoria di appartenenza. Tra gli arbitri il più grande di età è Gionatan Civico che non ha ancora compiuto i 25 anni. In Can D ci sono altri due assistenti: Amedeo Ulisse e Antonio Lipartiti, altri sono Alberto Colonna e Fabio Dell’Arciprete. Tutti più giovani che hanno le possibilità per imporsi nelle categorie superiori.
Oltre alle rappresentanti femminili.
Le ragazze sono Benedetta Bologna, Giovanna Ucci e Viviana Pennese. E’ sintomatico di un avvicinamento delle donne al nostro mondo che prima era prettamente maschile. La Pennese ha 30 anni e arbitra il calcio a 5 nazionale. Ucci e Bologna le conoscete già e per quanto fatto vedere faranno la Seconda Categoria e per l’immediato non vedo nessuna preclusione anche per la Prima. Per le categorie superiori bisognerà invece valutare lo stato di forma.
Poi c’è un gruppo anche nel Calcio a 5.
Marco Messina lo scorso anno ha esordito in Serie A1 ad Asti con la prima in classifica, poi Lorenzo Di Guilmi che con Messina ha preso parte al raduno di Sportilia per gli arbitri serie A, categoria nella quale non ha ancora debuttato, quindi deduco che se è in quel gruppo dovrebbe esordire a breve in A2. Al raduno hanno partecipato anche Davide Sallese, che è anche il segretario della nostra sezione, Viviana Pennese e Nicola Spagnoli. Questi ultimi sono stati appena promossi in B.
Senza dimenticare gli osservatori.
Massimiliano Cavuoti in Can Pro, anche lui ex arbitro in C, ha fatto una splendida carriera, per poco non è andato in B, ma ci è andato da assistente e ha svolto tre gare in A. Tra gli osservatori cito Michelangelo Manes che è in Can D anche se fuori ruolo e svolge attività in Figc. La ciliegina sulla torta della nostra sezione è l’internazionale Giuseppe Melfi di Palmoli che attualmente è a disposizione della Fifa per le gare di beach soccer e quest’anno ha diretto la sua terza finale Scudetto a San Benedetto Del Tronto. Matteo Florio, ex guardalinee in A è ora vice presidente Cra, Comitato Regionale Abruzzo e Luciano Spadaccini osservatore Cai.
Sputore, Giancola, Florio, Castaldi e altri, l’Aia di Vasto ha lanciato tanti bravi arbitri e assistenti. Qual è il vostro segreto?
Sono qui dal 1988 e posso dire che i precedenti presidenti di sezione hanno fatto un buon lavoro. Il segreto è non essere arbitri politici, ma sportivi, di credere nello sport, nella correttezza e lealtà e di non essere arrivisti, ma di voler raggiungere gli obiettivi passo dopo passo. Questa è la nostra arma vincente, noi siamo molto uniti e non ci sono fazioni. Siamo un bel gruppo e questa mentalità viene inculcata anche nei giovani che possono seguire la scia dei nomi illustri che sono stati fatti.
Come ogni anno avere organizzato anche un raduno per i più giovani.
E’ stato fatto sabato scorso, l’ots ,organo tecnico sezionale, riservato ai più piccoli, due giorni nel weekeend che da qualche anno passiamo nell’alto Vastese per motivi logistici. Ringraziamo i Comuni che ci ospitano per le strutture che ci forniscono. Quest’anno siamo stati a Palmoli, un ringraziamento va all’amministrazione comunale che ha sponsorizzato quasi interamente il raduno, sia economicamente che mettendoci a disposizione la sala consiliare per le riunioni tecniche e il campo sportivo per i test atletici. Nell’occasione i ragazzi si sono sottoposti anche ai quiz regolamentari, fatti anche dagli osservatori, e all’attività tecnica con filmati che rappresentano varie situazioni di gioco in modo da poter discutere insieme come comportarsi. C’è stata la possibilità di confrontarsi con interlocutori più importanti come Giancola che è venuto trovarci.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo ruolo?
Tra i positivi quello di far crescere i ragazzi, quando mi sono avvicinato al ruolo di dirigente non pensavo mi potesse affascinare in questo modo, mi sono candidato perché me lo hanno chiesto degli amici della sezione, sì, poi diventano amici, anche questo è il bello. In questi anni da presidente li segui come un allenatore, che poi vede piazzato, con un po’ di fortuna, il suo ragazzo in una squadra blasonata di serie A, B o C. Vedere questi ragazzi, che quando sono entrato arbitravano in Seconda Categoria, oggi alla Cai è una bellissima soddisfazione. Non voglio dire che sia tutto merito mio, ma avrò contribuito, assolutamente non da solo, in sezione ho 10 collaboratori in vari ruoli. Dal vicepresidente Mario D’Adamo, al segretario Davide Sallese, loro su tutti, ma ognuno porta avanti un impegno non indifferente e dopo 6 anni i frutti si cominciano a vedere. Il lato negativo è rappresentato dall’elezione del presidente dell’Aia dai presidenti di sezione. Prima era nominato dal presidente federale della Figc. Da quando è così alcune situazioni si sono un po’ incrinate perché purtroppo la politica, intesa come politica sportiva, entra nel mondo arbitrale, è importante non avere una mentalità o un’ideologia politica, ma confrontarsi sia con chi la pensa come te, sia con chi non la pensa come te, in maniera del tutto asettica, anche perché stiamo parlando di obiettivi comuni e quello per l’Aia è sempre di avere maggiore qualità tecnica ed atletica sui campi.
Quali sono i vostri obiettivi per questa nuova stagione?
Abbiamo grandi obiettivi come sempre. Abbiamo notato che il movimento arbitrale cresce, ma cresce anche quello calcistico e bisogna rimanere al passo sotto tutti i punti di vista. Basti pensare come si era preparati atleticamente 20 o 30 anni fa in serie, immaginatevi nelle serie minori dove non c’era in alcuni casi nemmeno il campo sportivo, e vedere quello che succede oggi dalla massima serie a scendere, con i ragazzi del settore giovanile sempre più motivati con preparatori atletici sempre più esperti e allenatori con motivazioni a mille, strutture, abbigliamento sportivo che fino a qualche anno fa era inimmaginabile per i ragazzi del settore giovanile. Dobbiamo stare al passo con i tempi e migliorarci tatticamente, questa è la cosa più difficile per il ragazzo che inizia ad arbitrare o che non ha mai giocato a pallone, ma anche atleticamente, altrimenti si è fuori. Nel momento in cui le squadre più blasonate del settore giovanile abruzzese tentano di vincere il loro Scudetto anche gli arbitri tentano il passaggio di categoria, ogni anno con più motivazioni perché il mondo calcistico si evolve sempre di più nonostante la crisi economica che ha coinvolto molto anche le società sportive e di riflesso l’Aia.