Agli studenti del Liceo Scientifico che una settimana fa sono rientrati a scuola non sarà certamente sfuggita l’assenza di colui che ormai era diventato un’istituzione della scuola. Per anni, precisamente dal 1986, è stato il primo “baluardo” che si incontrava entrando a scuola, con i suoi baffi e il suo sorriso. Ma, dal primo settembre 2013, per lui è arrivata la meritata pensione. Donato Berardini (anche se c’è da scommettere che in pochi conoscevano il suo cognome) è stato dipendente del Liceo Mattioli per tanti anni. “Sono entrato nel 1986. Prima facevo tutt’altro, il disegnatore. Poi mi sono ritrovato a dover cambiare lavoro”. E così è stato assunto come bidello, termine oggi poco utilizzato a favore della definizione di “personale ATA”. Poco conta, perchè per studenti, docenti, amministrativi e genitori, lui è semplicemente Donato.
La sua presenza in portineria, sempre in giacca (e spesso cravatta) lo faceva scambiare spesso per un prof o, per chi si trovava per la prima volta al Liceo, per il preside. “La mia passione per le giacche arriva da mio padre, che era sarto. Me le faceva lui e così sin da ragazzo l’ho sempre portata”.
Nel momento di lasciare la scuola a Donato scorrono davanti agli occhi, velati di malinconia, i volti delle migliaia di ragazzi incontrati, dei professori e dei presidi. “Li ricordo tutti con affetto. Il primo fu Luciani, di Termoli, poi Composto, che mi voleva molto bene. E poi Della Pelle, Alimonti, Frusciante, Pagano, Santulli, Marchione. Fino agli ultimi, D’Adamo e Marcucci. Avevo un rapporto speciale anche con il Segretario Celenza”.
Donato ha vissuto gli anni di cambiamento del Liceo Scientifico. “Quando sono entrato eravamo nella struttura del Liceo Classico. Poi sono passato nella sede di via Maddalena, fino a quando è stata aperta la nuova scuola”.
Tanti anni di ricordi che si porterà dietro per sempre. “Ho vissuto esperienze indimenticabili, creando rapporti di amicizia con i presidi e i professori”. Un legame speciale, però, è quello con i ragazzi. “A casa ho tantissime foto con i ragazzi”. Tutto vero, nella foto di classe di fine anno raramente poteva mancare Donato sorridente in mezzo agli studenti. Ora si godrà il riposo nella sua Monteodorisio, continuando a coltivare la sua passione. “Amo scrivere poesie. Le ho anche pubblicate”. Chissà se tra tutte quelle scritte ce n’è qualcuna che parla del Liceo Scientifico, la sua seconda casa per 27 anni.