“Stiamo aspettando da gennaio di vedere i documenti degli accordi privati tra la Golden Lady e le aziende subentranti”, grida una lavoratrice. Un gruppetto di dipendenti della ex Golden Lady di Gissi assiste alla conferenza stampa in cui Rifondazione comunista annuncia “un esposto alla Procura di Vasto sulle ombre che hanno contrassegnato la tentata e fallita riconversione”.
Nella aula Vennitti del municipio, la sala in cui si riunisce il Consiglio comunale, ad annunciare le vie legali sono Marco Fars, segretario regionale del Prc, Carmine Tomeo, responsabile regionale lavoro, Marco Marra, Marilisa Spalatino, Maria Perrone Capano e Roberta Di Lello.
“Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, è assente. E’ evidente – scandisce Tomeo – l’incapacità del governo regionale di gestire questo problema e, più in generale, la questione occupazionale. A dicembre, il consigliere regionale Maurizio Acerbo ha presentato un’interrogazione. Stiamo ancora attendendo una risposta”.
“Siamo arrivati a chiedere alla Regione il nostro licenziamento. Le nostre scarpe le hanno vendute tutte”, sottolinea una lavoratrice della Silda spa, l’azienda marchigiana che aveva rilevato parte dello stabilimento iniziando a produrre calzature.
“Al dramma – fanno notare i dirigenti di Rifondazione comunista – è scarsamente sensibile il Ministero che per l’ennesima volta ha rinviato l’incontro previsto. Non è la prima volta, infatti, che il ministero comunica l’annullamento di un incontro, con una leggerezza tale, che sembra non si renda conto che in ballo c’è il futuro di centinaia di famiglie. Una leggerezza riscontrata anche nell’ultimo verbale, pieno di imprecisioni.
Sulla vertenza Golden Lady le parole di solidarietà, se non seguite da fatti concreti, risultano parole di circostanza e vuote. Occorre rimettere in campo un processo di riconversione che veda coinvolta la Golden Lady come prima responsabile della sofferenza delle lavoratrici e dei lavoratori, oggi, senza lavoro. Perché, in primo luogo, se la Golden Lady non avesse deciso di guadagnare di più e più velocemente spostando le produzioni in Serbia, oggi ci sarebbero 382 disoccupati in meno, nel nostro territorio.
Ma poi ci sono responsabilità politiche a più livelli, a partire dalla Regione Abruzzo che per troppo tempo è rimasta alla finestra. Il presidente Gianni Chiodi solo pochi giorni fa, in occasione della commemorazione dell’onorevole Remo Gaspari, il re delle raccomandazioni, come amava egli stesso definirsi, ha speso qualche parola sulla vicenda. Parole tanto doverose, visto che si trovava a Gissi, quanto vuote ed inutili perché non accompagnate da fatti concreti. Anzi, in più di un’occasione Chiodi ha avuto l’ardire di snobbare lavoratori licenziati, facendo notare la sua sistematica assenza in Val Sinello.
Sulla vertenza Golden Lady – sostengono Fars e Tomeo – rimangono poi aperte una serie di questioni poco chiare: dalle modalità di affidamento della riconversione Golden Lady a Silda e New Trade, fino ai 2,5 milioni di euro circa che Golden Lady avrebbe versato a Silda. Per questo come Rifondazione Comunista presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, affinché possano essere accertate eventuali responsabilità penali nei fatti riguardanti la vertenza Golden Lady.
Nel frattempo, come dall’inizio della vicenda, rimaniamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori ex Golden Lady, costretti a lottare da troppo tempo per un loro sacrosanto diritto: un lavoro dignitoso”.
Fars invita i dipendenti dello stabilimento della Val Sinello “ad esprimere al tavolo di concertazione una rappresentanza diretta, al di là dei sindacati e con tutto il rispetto per questi ultimi. Ma è necessaria una vostra partecipazione diretta perché il tavolo si è rivelato inaffidabile”.