Simone Carlucci è uno di quelli che nel Real Tigre c’è da sempre, uno dei pochi che ha vissuto da protagonista la grande cavalcata che in tre anni ha portato la squadra allenata da Antonio Liberatore dalla Terza Categoria alla Promozione. Inevitabile che il capitano fosse lui, difensore che dal dicembre del 2009 fa parte di questo gruppo solido e vincente.
Ragazzo di poche parole, alle interviste preferisce la concretezza in campo, i fatti prima di tutto il resto. Per tutti è da due anni il capitano, un esempio da seguire per impegno e abnegazione che oggi pomeriggio alle 16 al campo sportivo di Vasto Marina si appresta ad iniziare contro la Virtus Ortona il quinto campionato con la maglia del Real Tigre.
Come e quando hai saputo che saresti diventato il capitano del Real Tigre?
E’ successo due anni fa, me lo ha detto il mister, è stata una grande e bella soddisfazione.
Cosa vuol dire essere il capitano di questa squadra?
E’ una responsabilità maggiore, ma siamo un gruppo di amici, io sono il capitano perché sono qui da più anni, ma essendo tutti molto legati tra noi siamo tutti sullo stesso piano.
E’ difficile essere il capitano?
No, sono tutti bravi ragazzi, mi seguono e si impegnano al massimo.
Come vedi questo gruppo?
Questo è un gruppo già molto solido che si è unito ancora di più nel corso degli anni, per quanto riguarda i ragazzi più esperti non c’è nulla da dire, mentre i giovani arrivati sono molto bravi, si stanno integrando bene, stanno entrando nella mentalità “tigrata”, come dice il mister, siamo a buon punto.
Dopo anni di successi si gioca in Promozione, sarà più dura?
L’obiettivo è quello di salvarci, poi vediamo, lo scorso anno dovevamo fare i play off e poi abbiamo vinto il campionato, ogni stagione ha una sua storia. Vediamo come va, noi daremo tutto come sempre, su questo non c’è il minimo dubbio.
Quali sono i tuoi obiettivi personali in questa stagione?
Cercare di giocare tutte le partite se possibile e fare sempre risultati positivi.