Dagli scaffali sparisce di tutto: generi alimentari, prodotti per la casa e per l’igiene personale, libri, profumi e cosmetici, capi d’abbigliamento. E l’elenco potrebbe proseguire. A Vasto, complice la crisi e la mancanza di lavoro, il fenomeno del taccheggio si allarga a macchia d’olio. Nei piccoli negozi, centinaia di euro al mese, nei supermercati e negli esercizi commerciali che vendono prodotti costosi, il danno è nell’ordine delle migliaia di euro mensili.
Anche se trovano le telecamere della videosorveglianza, i ladri rubano ugualmente. A volte lo fanno per fame, come quando i commessi dei supermercati trovano tra gli scaffali pacchi di biscotti aperti e parzialmente privi di contenuto, stessa cosa per i salumi sottovuoto. Oppure generi di prima necessità, come pane e pasta, nascosti nelle borse insieme a scatole di pelati e di legumi.
Ma non si ruba solo per mangiare. A volte, anche per il gusto di farlo. Sempre più spesso il personale dei negozi vede sparire merce che non serve al sostentamento. I taccheggiatori solitari sono pochi. Nella maggior parte dei casi, entrano in due, un uomo e una donna. La donna apre la borsa e l’uomo, incurante di poter essere visto dai clienti o dal personale, riempie la borsa di tutto quello che trova.
Altre volte, bande di ragazzini entrano muniti di zaini, dove nascondono la refurtiva. Poi, quando passano alla cassa, porgono al personale solo un prodotto, in genere quello che costa di meno, sperando di poter pagare solo quello e potersi dileguare indisturbati. E’ accaduto che i dipendenti dei punti vendita chiedessero alle persone sospette di lasciare borse, zaini e sacche all’ingresso. Si sono sentiti rispondere che “allora, non ci interessa. Andiamo via”.