Un referendum per salvare il Tribunale di Vasto e le altre sedi giudiziarie destinate alla soppressione. Abruzzo, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Basilicata hanno avviato l’iniziativa. Perché si svolga il referendum abrogativo della legge Severino serve una proposta fatta da cinque Consigli regionali o la raccolta di 500mila firme.
In Abruzzo i palazzi di giustizia che si avviano alla chiusura sono quelli di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona. A differenza degli altri 27 sparsi nelle altre regioni italiane, non verranno soppressi il 13 settembre 2013, ma hanno beneficiato della proroga di dua nni (settembre 2015) previosta dal decreto Milleproroghe a causa del terremoto del 2009 e dell’inadeguatezza delle sedi giudiziarie accorpanti, ossia quelle di Chieti e L’Aquila.
Ieri a Fossacesia i massimi esponenti politici abruzzesi e i presidenti degli Ordini forensi di Vasto e Lanciano hanno partecipato al vertice convocato dal presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio.
C’erano, tra gli altri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Legnini, i parlamentari Maria Amato e Gianluca Castaldi, l’assessore regionale Luigi De Fanis, i consiglieri regionali Antonio Menna, Emilio Nasuti e Antonio Prospero, gli assessori e consiglieri provinciali, tra cui Paolo Sisti, delegato alla questione Tribunali, il vice sindaco di Lanciano, Pino Valente, e il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna.
Secondo Sisti, “la riforma intrapresa dal Governo rappresenta solo un aggravio dei costi per il cittadino, senza alcun beneficio concreto per il sistema Giustizia. Ricordo che la nostra regione si è mobilitata per il referendum abrogativo. Rappresenta un’altra strada da percorrere per la salvaguardia dei nostri Tribunali”.
“Nel lasso di tempo di due anni dobbiamo fare squadra e dedicarci con convinzione a confezionare un progetto valido che salvi i tribunali abruzzesi, da presentare al Governo al più presto”, dichiara Legnini, che ha in programma di promuovere una riunione di tutti i parlamentari abruzzesi per determinare una strategia a livello centrale.
“Non è possibile – afferma Di Giuseppantonio – lasciare l’Abruzzo meridionale senza un presidio giudiziario, considerando peraltro che nella nostra Provincia i Tribunali di Lanciano e Vasto hanno finora erogato un servizio efficiente in materia di legalità e giustizia. Dobbiamo pensare ai cittadini soprattutto, cui ricadono le conseguenze più gravi della riforma: dall’aggravio dei costi di accesso alla giustizia, al rischio presumibile che venga meno la rapidità delle risposte giudiziarie, fino alla privazione di presidi di sicurezza rappresentate dalle Procure che verrebbero soppresse. L’appello che rivolgo a tutti i soggetti coinvolti e alle comunità è mettere da parte i campanili e agire perché le sacrosante ragioni di un intero territorio prevalgano”.