Il guanto di paraffina per stabilire se l’arrestato ha usato la pistola durante la fuga armata. E’ stato trasferito dal carcere di Vasto a quello di Larino G.D.L., il 36enne arrestato il 5 agosto scorso al termine della caccia all’uomo condotta dalle forze dell’ordine nelle campagne al di là della circonvallazione Istoniense.
“Ieri si è svolto l’accertamento del guanto di paraffina”, conferma Carlo Perrozzi, avvocato dell’indagato. “La prova è stata eseguita dagli agenti della Direzione anticrimine di Ancona. Il mio cliente è stato poi trasferito nel carcere di Larino. Il 22 agosto scorso era stato sottoposto alla visita psichiatrica della dottoressa Maria Cinabro“, l’esperta incaricata dal giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, di accertare se il 36enne era capace d’intendere e di volere al momento in cui si sono verificati i fatti.
Lui, dal canto suo, afferma di non ricordare nulla.
Pesanti le ipotesi di reato: tentato omicidio, tentato furto, lesioni e porto abusivo di arma da fuoco. E’ accusato di aver provato a rubare in casa di un poliziotto vastese in servizio presso la polizia autostradale, di avergli preso la pistola, una Beretta Fs 15 colpi, prima di darsi alla fuga, conclusasi con l’arresto attorno alle 11 del mattino, quando è stato braccato dagli agenti del vice questore Cesare Ciammaichella. Le indagini della scientifica di Ancona devono accertare se l’uomo ha sparato. Dal caricatore dell’arma mancano due proiettili. Tra i due protagonisti della vicenda ci sarebbe stata anche una colluttazione.
Tramite gli avvocati Angela Pennetta e Luigi Stampone, l’agente di polizia e sua moglie chiederanno il risarcimento dei danni.