Non sono bastate le precauzioni anti-falò prese dall’amministrazione locale per salvaguardare i giovani dal divertimento estivo. Anche quest’anno nella tranquilla cittadina del Vasto la notte del 16 di agosto migliaia di ragazzi hanno cercato d’ impadronirsi per una notte della spiaggia (area notoriamente destinata alla cementificazione agli scarichi fognari e all’appalto di concessioni balneari) per rinnovare una delle usanze più degradanti, pericolose e deviate che siano mai esistite, quella dei falò. Le forze dell’ordine hanno cercato in tutti i modi di respingere l’avanzata dei giovani verso le nostre recintate spiagge, e questi ultimi, incuranti dell’ostilità degli amministratori verso tutto ciò che attira i turisti e crea aggregazione, hanno voluto sfidare la sorte e soltanto adesso a distanza di una settimana da quel tragico 16 agosto 2013, si può dare una esatta stima delle vittime e dei dispersi.
Sono infatti almeno un centinaio i ragazzi rimasti in stato di ilarità convulsa, finiti poi in pronto soccorso e ai quali i medici hanno dovuto somministrare una dose di noia per via endovenosa, così da poter ristabilire gli stati d’animo riportandoli nella media cittadina. Sembravano invece perse le speranze per i cinque giovani dispersi in quella che è stata ridefinita la notte dell’indecenza, ritrovati soltanto questa mattina da un passante mentre vagavano ancora in stato di estrema gioia sul litorale vastese. L’uomo, l’eroe possiamo permetterci di definirlo, che ha prestato il primo soccorso a Marco S. 17 anni, Fabio C. 20 anni, Andrea I. 18 anni, Rocco S. 23 anni e Maria M. 22 anni, è Antonio Sapone che si è gentilmente offerto di raccontarci gli emozionanti attimi del ritrovamento.
“Stavo facendo una passeggiata a piedi sulla pista ciclabile, unica zona calpestabile rimasta dato che di notte aveva piovuto per più di 40 minuti e le fogne erano straripate creando canali navigabili, quando ho visto all’orizzonte avvicinarsi 5 sagome dal passo normale. Subito ho notato che qualcosa non andava e quando mi sono passati vicino ho sentito che parlavano di musica, di falò, di divertimento insomma, li ho capito che sarei dovuto intervenire per il bene di quelle anime perse. Li ho caricati in macchina con la scusa di un passaggio e li ho scaricati davanti al pronto soccorso che avevo preventivamente allertato. Ai miei tempi si giocava con la mazzafionda e con i cerchi delle biciclette mica come ora che questi accendono i fuochi sulle spiagge, dove se arrivi ad una certa temperatura male che và crei il vetro. Noi si andava solo alla festa del patrono e il giorno dopo quanto ci piaceva a calpestare le bucce delle nocelle sui marciapiedi, stava pieno pieno che non le potevi evitare e sotto le scarpe sentivi crick e crock”.
Il paese dovrebbe ringraziare l’amministrazione che si prende cura dei nostri giovani reprimendo queste usanze malsane e tutelando la cittadina intera dai turisti invadenti, vogliamo in giro per le nostre strade più uomini come Antonio Sapone che è riuscito con un piccolo gesto a darci un grande esempio di coscienza e di dovere civico. Grazie amministrazione e grazie Antonio Sapone.
Andrea Ianez