Due lavoratrici della piscina comunale di Vasto devono essere reintegrate sul posto di lavoro e a loro va corrisposto lo stipendio che avrebbero percepito a partire dal settembre 2011.
Lo stabilisce la sentenza con cui il giudice del lavoro del Tribunale di Vasto, Caterina Salusti, ha condannato la Sport Management spa, società che gestisce lo stadio del nuoto di via Conti Ricci, a “provvedere immediatamente al reimpiego” di Assunta Sanese e Rosa Dario “alle stesse condizioni normative ed economiche già appicate dalla società cooperativa Comete“, cui fino al 2011 era affidata la gestione dell’impianto natatorio.
“La società Sport Management SpA di Verona, dopo essersi aggiudicato l’appalto per la gestione dell’impianto ï¬?no al 2016, ha rinunciato lo scorso ï¬?ne giugno all’onere prescritto con una cessione del ramo d’azienda a favore di una società pugliese, ad oggi non ancora manifestatasi nelle sue intenzioni, oltre che ï¬?sicamente“, sottolineano in una nota le due lavoratrici. “Le obbligazioni dell’appalto impegnavano la Sport Management SpA al riassorbimento anche degli addetti ai servizi di pulizia e manutenzione pregressi; impegnavano il Comune di Vasto, alla vigilanza del corretto adempimento dei vincoli sanciti. Al contrario, la Sport Management SpA, ad inizio gestione (settembre 2011) violò palesemente le obbligazioni, non solo decidendo di non riassumere parte del personale ma applicando ai collaboratori rimanenti una drastica diminuzione della tariffa oraria con la applicazione di contratti vietati dallo stesso bando; il capitolato speciale di appalto, infatti, indicava chiaramente la riassunzione alle stesse condizioni economiche e contrattuali pena la rescissione con l’aggiudicatario.
Ma sia la Sport Management che, cosa gravissima da un punto di vista amministrativo, i diretti
responsabili del procedimento, sindaco, dirigente ed assessore, ignorarono ogni sostanza e le violazioni collaterali oggi accertate, nei nostri confronti, dalla magistratura ordinaria”, precisano Assunta Sanese e Rosa Dario.
Ci chiediamo come mai l’amministrazione comunale di Vasto, nonostante Sport Management SpA avesse precedenti in questo senso come modus operandi (come ha sancito la sentenza del Tar delle Marche numero 380 del 2013), nonostante le innumerevoli interrogazioni dei consiglieri di maggioranza, di opposizione, nonostante le richieste dei rappresentanti sindacali, nonostante le palesi violazioni evidenziate rispetto al regolamento di appalto, nonostante le ammonizioni dell’autorità garante per la vigilanza sui contratti pubblici, nonostante le sentenze deï¬?nitive di condanna di Sport management e le ordinanze (mai rispettate) della magistratura a favore dei lavoratori, abbia consentito, o meglio, abbia sostenuto e tollerato la gestione di una struttura pubblica in questi modi ch sconï¬?nano con la illegalità ed il sopruso.
Resta in noi – commentano Sanese e Dario – la convinzione che l’amministrazione comunale sia stata compiacente con tale stato di cose (la piscina comunale attuale è scesa a standard pessimi rispetto alle precedenti gestioni e rischia seriamente di non aprire per il prossimo settembre) con atteggiamenti oltremodo ipocriti rispetto allo scadimento del servizio”.