“A Vasto l’emergenza sicurezza ha raggiunto livelli stratosferici. Non è più tollerabile che Prefettura e Questura continuino a dichiarare che in città non v’è emergenza sicurezza”. Lo afferma l’associazione Codici-centro per i diritti del cittadino, tramite il suo portavoce locale, Riccardo Alinovi, dopo gli ultimi incendi d’auto avvenuti in città e nella vicina San Salvo.
“Non è più tollerabile che a Vasto sempre più spesso delinquenti, pluripregiudicati possano mettere fuoco auto e fare rapine alla luce del giorno senza timore. E’ ora di dire basta, ci vuole il pugno di ferro, il procuratore capo Prete chieda un summit con questore, prefetto e sindaco per cercare di mettere fine a questi episodi pericolosi e spropositati per una città di 40mila abitanti. Il silenzio assordante delle istituzioni vergognosamente responsabili e ancor più grave. Non si può continuare a far finta che il problema non esista. Bisogna agire e pure in fretta”, è l’appello di Alinovi, secondo cui bisogna “dotare tempestivamente le zone calde di Vasto di polizia h24 e utilizzare anche il Corpo dei vigili urbani per l’attività di prevenzione e sicurezza. Codici ritiene che il sindaco Lapenna debba mettere a disposizione del vice questore Ciammaichella il personale della polizia municipale, preparandolo anche a svolgere il servizio notturno. I vigili devono capire che chi indossa una divisa non può fare l’impiegato”.
L’analisi di Codici – “Vasto – si legge nella nota dell’associazione – nel passato era considerata come una specie di isola felice ossia una città priva di infiltrazioni mafiose. Spesso, infatti, anche le stesse istituzioni si mostravano restie a voler parlare di criminalità organizzata nel territorio. Oggi, invece, a Vasto e maggiormente in Abruzzo appare evidente la non esistenza di un’organizzazione che detenga l’egemonia sulle varie attività criminali svolte nel territorio, come avviene per altre regioni d’Italia, vedesi la Campania dove regna la camorra o la Calabria dove troviamo la ‘ndrangheta, ma al contrario ci si presenta con un tessuto penetrato da diverse organizzazioni criminali, sia del sud Italia. A fianco a queste organizzazioni troviamo la criminalità organizzata locale.
Troviamo diversi casi di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite ad opera delle mafie del sud Italia o delle organizzazioni criminali che sempre con maggiore facilità possono disporre di ingenti quantità di denaro da reinvestire. Queste, infatti, hanno da diverso tempo individuato l’Abruzzo come un territorio ottimale per investire i loro proventi nell’acquisto di terreni, immobili, attività commerciali e imprese, poiché la nostra regione essendo considerata di non vaste dimensioni con una posizione ottimale per i collegamenti verso altri territori e percepita in generale come un territorio dall’apparenza tranquilla sotto il profilo criminale e con una popolazione poco propensa a denunciare eventuali episodi di sospetta illegalità”.