Oggi intervistiamo un giovane salesiano ed una suora Figlia di Maria Ausiliatrice. Il primo è Mirko Rosso, salesiano in formazione che si trova nell’opera di Genova, originario dell’Abruzzo, precisamente di Sulmona.
Suor Aurora Consolini è una giovane suora che si trova nella comunità di Roma-Cinecittà, catechista e responsabile di alcuni gruppi a livello ispettoriale. Abbiamo scelto lei per l’intervista perchè è particolarmente cara ai giovani dell’oratorio salesiano di Vasto che la conoscono.
Perchè così tanti giovani hanno deciso di partecipare al confronto italiano del Movimento Giovanile Salesiano?
A: Perchè questa è un’esperienza bella sia di spiritualità salesiana che di incontro con il Signore. Quindi credo che i giovani siano venuti per conoscere meglio don Bosco e Madre Mazzarello, per incontrare il Signore attraverso lo Spirito Santo presente in mezzo a noi e per vivere una bella esperienza con altri ragazzi che vivono la stessa esperienza di animazione negli ambienti oratorio. Ed è proprio grazie al confronto che ogni ragazzo che sta partecipando, potrà tornare a casa più arricchito.
M: Chi è qui, vuol dire che ha sentito il bisogno di crescere, di continuare a camminare verso il Signore per essere testimone tra la gente della sua terra. Essi hanno capito che la maniera giusta per fare ciò è quella di confrontarsi e capire meglio come essere testimone nonostante le prese in giro della gente.
Qual è la difficoltà nel vivere negli ambienti salesiani educando i giovani in corresponsabilità con altri giovani?
A: Prima di tutto credo che sia un dono grandissimo, almeno per me, quello di vivere in corresponsabilità con i laici che girano nelle nostre opere ed i salesiani di don Bosco. Le difficoltà si incontrano solamente quando non abbiamo un cuore aperto e non ci vogliamo bene. Se ci vogliamo veramente bene e crediamo che tutto quello che facciamo, lo facciamo per il bene dei giovani, ogni difficoltà viene abbattuta. Non da sottovalutare le incomprensioni e le maniere un po’ diverse di vedere le cose, ma se noi lavoriamo per il Signore, anche le difficoltà più grani cadono.
M: Dall’esperienza che ho, non è facile essere corresponsabili dei giovani, perchè salesiani e salesiane fanno fatica a confrontarsi con i giovani e condividere con loro i progetti. Secondo aspetto, a mio parere più importante, non ci sono giovani formati nel vivere il carisma salesiano. Bisognerebbe lavorare proprio su questi due punti, la maggiore fiducia nel confronto con i laici e la formazione di giovani laici al carisma ed alla spiritualità di don Bosco.
Qual è la cosa più bella che un ragazzo dovrebbe riportarsi a casa dopo aver partecipato al confronto?
A: Spero e credo che il ragazzi si portino a casa l’aver sentito che il Signore gli vuole bene, attraverso questi momenti che gli fa vivere e gli incontri avuti tra loro. Per qualsiasi persona, ed in particolare per i ragazzi che vivono la nostra spiritualità, la cosa che li manda avanti è proprio il sapere di essere amati dal Signore.
M: Il confronto è un’esperienza molto arricchente, essa permette ai giovani di ritornare alle proprie case avendo vissuto sulla loro pelle un vero clima di confronto e discussione e poter riportare lo stessa cosa nei loro gruppi, nei loro oratori. Inoltre, il confronto gli ritornerà ancora più utile se essi continueranno ad approfondire il loro rapporto con il Signore per trovare il coraggio di fare delle scelte e donarsi in maniera più piena verso gli altri.
Aurelio Marinelli