“Un’occasione in cui la comunità affronta temi di grande importanza attraverso la visione di un film” questa frase pronunciata da Vania Perruci, presidente dell’Università delle tre età di San Salvo, riassume perfettamente l’obbiettivo della di rassegna cinematografica “Portami al Cinema” che si è svolta in città: stimolare il dibattito pubblico all’interno della comunità attraverso il grande potere evocativo del cinema.
“Quando il cinema è femmina”, questo il titolo del primo appuntamento di martedì 6 Agosto incentrato sul tema della femminilità, sul ruolo della donna nella società e sul mutamento storico di esso. Molto significativa la partecipazione alla presentazione-dibattito, moderato dalla stessa Vania Perrucci, del primo cittadino, il sindaco Tiziana Magnacca, che ha parlato della sua esperienza personale come prima donna sindaco di San Salvo esprimendo grande soddisfazione “per la maturità politica della cittadinanza che, nel considerare il valore di una persona a prescindere dal genere, ha superato un grande pregiudizio” e illustrando quanto sia importante che le donne, con il loro senso pragmatico talvolta più mirato di quello degli uomini, partecipino in prima persona alla politica. Poi è stata la volta di Patrizia Rosica, giovane medico chirurgo di San Salvo che ha parlato del ruolo della donna nel mondo della sanità e di Rebecca Di Clemente, laureanda, portavoce della “generazione precaria”, delle giovani donne che si trovano a vivere con difficoltà questi anni in cui “cambiare le cose è necessario e dobbiamo farlo principalmente attraverso la cultura, l’unico mezzo che ci rende liberi”. A seguire la proiezione del cortometraggio “Les femmes regardèes: il cinema attraverso(a) la vita” realizzato dall’associazione GAP di Vasto e del film documentario “Vogliamo anche le rose” di Alina Marazzi che illustra la rivoluzione culturale degli anni ’70, le lotte sociali e l’emancipazione femminile attraverso i diari di tre giovani donne.
Detenzione, ergastolo, riscatto sociale. Questi i temi del secondo appuntamento intitolato “Cinema da… Dentro”. Per l’occasione è stato ospitato l’attore ex detenuto Salvatore Striano, protagonista insieme agli altri detenuti del carcere di Rebibbia del film dei fratelli Taviani vincitore dell’Orso di Berlino nel 2012 “Cesare deve morire”, ma anche del mediometraggio realizzato da Giovanna Taviani “Il Riscatto”, entrambi proiettati durante la serata.
Striano, definito vero e proprio “attore da dentro” da Vania Perrucci, proviene da un passato di delinquenza precoce tra le strade di Napoli, tra cocaina e contrabbando. Vive il carcere per la prima volta a 14 anni e il suo sarà un continuo peregrinare in varie carceri, tra la reclusione e la liberta tante volte violata commettendo altri crimini, fino a che non conosce la magia del teatro, del cinema e della letteratura iniziando a recitare proprio nel carcere di Rebibbia. Nel 2006 viene scarcerato per l’indulto, continua a fare l’attore e porta avanti una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e nelle carceri. “La libertà è qualcosa di tuo, personale, che io ho trovato proprio in carcere con la forza e la bellezza dell’arte” così ci parla, molto serenamente, della sua esperienza. Quando si parla di “rieducazione” del detenuto lui preferisce parlare di “revisione critica, perchè il detenuto non è uno scostumato è solo una persona colpevole di aver commesso degli errori. La maleducazione è una cosa, e ci sono maleducati che non hanno mai commesso un crimine e criminali colpevoli ma educati. La revisione è un controllo per vedere cosa c’è che non va. Cosa ha spinto queste persone a sbagliare, analizzando i loro errori criticamente”.
Oltre all’attore hanno preso parola il direttore della casa circondariale di Vasto Massimo Di Rienzo, che ha parlato dell’ergastolo e della sua personale esperienza con la casa circondariale e l’avvocato Francesca Torricella, sensibile alle tematiche del “fine pena mai” e alle vicende degli ergastolani, ha presentato il libro di uno di questi “uomini ombra” Carmelo Musumeci “Zanna Blu – le avventure”.
Fabiola Lavecchia