Una perizia psichiatrica per accertare la capacità d’intendere e di volere del 36enne che ha rubato la pistola nella casa di un poliziotto e, armato, si è rifugiato due giorni fa nei terreni incolti ai margini della circonvallazione Istoniense di Vasto.
E’ la decisione presa nel primo pomeriggio di oggi dal giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto di lunedì mattina.
“Il mio assistito si trova nel carcere di Torre Sinello. E’ un po’ confuso”, dice l’avvocato Carlo Perrozzi. “Aveva smesso di sottoporsi alla cura che i medici gli avevano dato e questo potrebbe aver creato degli scompensi a livello comportamentale. Nei suoi confronti pendono le accuse di tentato omicidio, lesioni, tentato furto, porto abusivo di arma da fuoco. Attendiamo l’esito della perizia psichiatrica con cui verrà accertato se era capace d’intendere e di volere al momento dei fatti che gli vengono contestati”. Convalidato l’arresto, l’indagato resta in carcere.
La richiesta di risarcimento – “Lui e la sua famiglia sono molto provati per quanto accaduto”, racconta Angela Pennetta, avvocato del poliziotto cui due giorni fa un uomo di Cupello, G.D.L., ha rubato la pistola d’ordinanza, dando l’avvio a una mattinata di caccia all’uomo per le forze dell’ordine di Vasto.
L’agente, “si costituirà parte civile”, annuncia il legale. Sulla dinamica di quanto accaduto nella casa dell’agente, gli investigatori del Commissariato, coordinati dal vice questore Cesare Ciammaichella, non dicono nulla. Le indagini sono in corso, “ma è chiaro – afferma l’avvocato Pennetta – che è stato l’arrestato a sparare i due colpi di pistola”.
L’agente derubato, che vive in città con la moglie e quattro figli, “lavora fuori Vasto. Non è il primo furto nella sua abitazione: nel recente passato, il cancello del giardino di casa era stato manomesso dai ladri”. Anche la moglie, rappresentata dall’avvocato Luigi Stampone, si costituirà parte civile per chiedere il risarcimento dei danni.