Si infiamma la vicenda della ex Golden Lady. I rappresentanti dei tre sindacati coinvolti, Giuseppe Rucci (Filctem Cgil), Arnaldo Schioppa (Uiltec Uil) e Franco Zerra (Femca Cisl), affondano duramente contro il Ministero dello Sviluppo economico dopo il tavolo tecnico dello scorso 24 luglio. Una convocazione anticipata rispetto alla data del 30 luglio grazie all’interesse del sottosegretario Legnini, ma che non ha portato a nulla di concreto per i lavoratori. Anzi, dopo aver letto il verbale d’incontro giunto da Roma, i segretari provinciali hanno inviato al Ministero due note per contestare quanto scritto sul documento ufficiale.
L’incontro era apparso sin dalle prime battute molto aleatorio. Non erano stati invitati il sindaco di Gissi Nicola Marisi e il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, tra i firmatari dell’accordo di riconversione. Per i sindacati la convocazione era stata fatta alle segreterie nazionali. I due parlamentari vastesi Maria Amato (Pd) e Gianluca Castaldi (M5S) non hanno potuto assistere all’incontro. Di fatto, un appuntamento in cui c’era l’intenzione di lasciare fuori il territorio teatro della triste vicenda.
Al loro ritorno a Gissi Rucci e Schioppa, che avevano deciso di partire ugualmente per la capitale, avevano riferito di incontri separati tra le parti e il funzionario ministeriale Castano. Lo stesso funzionario che, dopo il brindisi per il riavvio delle attività nel capannone di contrada Terzi, annunciò frequenti visite per monitorare la situazione ma che da quelle parti non si è più visto. Nel verbale dell’incontro (clicca qui) si ravvisano alcuni errori evidenti, come la citazione di “Silda srl” (invece che Silda Spa) o identificare l’area come “Omsa Golden Lady” (ma qui la Omsa non c’è mai stata).
Ma tante altre sono le contestazioni mosse dai sindacalisti, presenti all’incontro, rispetto al documento elaborato dal Ministero e che non è stato neanche pubblicato sul sito web istituzionale (cosa che avviene per gli altri verbali). Per questo Rucci e Schioppa, presenti il 24 a Roma, hanno scritto un’articolata lettera indirizzata al Ministero (clicca qui), in cui ribadiscono le posizioni già espresse, in particolare quella dell’impossibilità nel proseguire ogni tipo di attività con Silda e New Trade, visto quanto accaduto nell’anno trascorso. Anche la Cisl ha inviato una nota al Ministero (clicca qui), chiedendo di ricercare nuove attività industriali che soddisfino la esigenza di rioccupazione dei lavoratori ex Golden Lady.
Anche ieri a Gissi la tensione non è mancata. In una lotta che sta portando il lavoratori allo sfinimento è facile creare accese discussioni e polemiche. “Dobbiamo evitare ogni fonte di litigio”, continuano a ripetere i tre sindacalisti che, pur con un differente modus operandi, stanno portando avanti la battaglia.
Il progettino. I lavoratori lo chiamano così da tempo. Da quando, in sede regionale, la Silda spa ha detto di voler rimodulare il suo piano industriale. Il timore, confortato da alcune indicazioni, è che l’azienda marchigiana voglia ripartire con la produzione impiegando una ventina di lavoratori. Ma invece qui ne dovrebbero lavorare 160. Ed ecco che la situazione si fa tesa, anche per lo scontro tra chi in questi mesi aveva “conquistato” posizioni favorevoli ad un futuro impiego.
L’esposto. Oggi i tre legali dei sindacati depositeranno presso la Procura di Vasto il fascicolo con l’esposto su quella che ormai può essere ben chiamata una riconversione fallita. Saranno i magistrati del tribunale di via Bachelet a decidere se, come e quando approfondire le tematiche presentate nell’esposto, andando a rilevare responsabilità nella gestione della riconversione Golden Lady.
L’istanza di fallimento. Il 31 luglio scadevano i termini indicati nella fideiussione. A ieri erano stati accreditati gli stipendi arretrati ad appena 11 lavoratori di cui non si conosce l’identità. Senza il rispetto dei termini previsti è scattata l’azione degli avvocati, che hanno avviato la preparazione dell’istanza di fallimento nei confronti della Silda. Se in queste ore non arriveranno i bonifici lunedì il documento verrà presentato in Tribunale.
Il presidio. Continuerà ad oltranza il presidio dei lavoratori. Con un messaggio chiaro “Vogliamo i nostri posti di lavoro, ma non con queste due aziende che ci hanno solo imbrogliato”. Turni da 4 ore, dalle 8 alle 20, dal lunedì al sabato a mezzogiorno. Per non far spegnere i riflettori su questa vicenda che sta facendo soffrire tante famiglie ed un territorio intero. La prossima convocazione al Ministero è per l’11 settembre. Ieri si raccoglievano già le adesioni perchè l’intenzione, raccogliendo anche l’invito del presidente della provincia Di Giuseppantonio, è di andare a Roma a far sentire la propria voce che chiede solo il diritto ad un posto di lavoro, che prima c’era e oggi non c’è più.