La questione sicurezza spacca ancora la maggioranza di centrosinistra che amministra Vasto. In Consiglio comunale sono emerse ufficialmente le divisioni che ormai si conoscevano da tempo, affidate alle dichiarazioni dei rappresentanti politici dei partiti che sostengono la Giunta Lapenna.
Rientrato il dissenso dei socialisti, che dal 2009 criticavano i costi eccessivi, rimane il no secco di Rifondazione comunista che, al momento del voto, è stata l’unica forza politica a esprimersi contro il recepimento del finanziamento regionale da 150mila euro da destinarsi all’installazione di 81 postazioni tra telecamere e rilevatori di targhe.
Quando il presidente dell’assemblea, Giuseppe Forte, ha aperto la votazione, l’unica mano che si è alzata per votare no è stata quella di Paola Cianci.
E subito scoppia la polemica nella coalizione di governo della città: “Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione di alcune delibere fondamentali col contributo dell’opposizione”, commenta Francesco Menna, capogruppo del Pd, riferendosi alla videosorveglianza e alla rete wi-fi che faciliterà la connessione internet a Vasto Marina. Ma “come detto in aula dal sindaco, ci dispiace il voto contrario di Rifondazione comunista”.
Molto meno diplomatico Antonio Del Casale, segretario del Partito democratico: “E’ stata una piroetta: prima Rifondazione ha votato il Piano triennale delle opere pubbliche predisposto dal suo assessore, Marco Marra, e contenente la videosorveglianza, ora invece si è espressa per il no”.
“Noi – ribatte Paola Cianci – siamo stati coerenti, a differenza di quanto ha fatto il Pd sulla tassa di soggiorno. Con senso di responsabilità, abbiamo votato a favore dell’intero Programma delle opere pubbliche, mentre sul singolo provvedimento riguardante la videosorveglianza abbiamo mantenuto la nostra posizione contraria, che da sempre è nota a tutti. Non riteniamo che le telecamere siano un deterrente per gli atti di criminalità”.