La tensione che ieri pomeriggio si era allentata con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario è risalita nel giro di pochi minuti durante la notte. Doveva essere la giornata in cui il sequestro conservativo disposto dal giudice poteva dare ai lavoratori una minima tranquillità, quantomeno per gli stipendi non ancora ricevuti e attesi da due mesi. L’ufficiale giudiziario è rimasto all’interno del capannone fino a notte inoltrata, per verificare documenti portati dai rappresentanti dell’azienda nel tardo pomeriggio.
La situazione di incertezza ha convinto molti lavoratori a tornare a presidiare la fabbrica, perchè se una parte del materiale presente all’interno è stata posta sotto sequestro conservativo, altro materiale non è stato oggetto del provvedimento giudiziario.
L’ennesimo colpo di scena c’è stato attorno alle 5 del mattino, quando il furgono guidato da delegato dell’azienda ha tentato nuovamente di entrare all’interno dello stabilimento, per portare via la merce, così come accaduto qualche notte fa e come era stato comunicato 2 giorni fa con un documento ufficiale. E ancora una volta i lavoratori hanno bloccato l’ingresso, sedendosi a terra sul piazzale d’ingresso, bloccando l’accesso. Sono stati momenti di tensione, con i carabinieri e la polizia che sono intervenuti per evitare il peggio. Le forze dell’ordine hanno preso le generalità dei lavoratori che pacificamente avevano messo in atto la loro protesta.
Ma la forte concitazione del momento, che si è sommata ai 10 giorni di presidio giorno e notte, ha provocato un malessere per una delle lavoratrici. E’ stato necessario l’intervento dell’ambulanza del 118, che l’ha trasportata in ospedale.
Oggi, alle 16, ci sarà l’incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, da cui si attendono notizie su quello che sarà il futuro di queste persone. Resta il presidio, con un senso di sfiducia e di frustrazione per una storia che non sembra vedere la luce in un mare di buio.